Concluse le indagini sulla vicenda del 20 marzo scorso. L'autista afferma che non voleva far del male agli studenti, ma la procura non gli crede. Un'ora di terrore finito bene per il coraggio dei ragazzi e la prontezza dei carabinieri intervenuti
Il pm Alberto Nobili, a capo del pool antiterrorismo della Procura di Milano, e il pm Luca Poniz hanno chiuso le indagini nel confronti del 46enne Sy, l'autista di origine senegalese ma con passaporto italiano che, il 20 marzo scorso, ha dirottato un bus con a bordo 50 studenti, due professori e una bidella e che lo voleva incendiare sulla pista di Linate.
Dopo la conclusione delle indagini da parte dei pm Nobili e Poniz e la loro richiesta di giudicare Sy con il rito immediato, saltando quindi la fase dell'udienza preliminare, spetterà al gip Tomamso Perna decidere se accogliere o meno la richiesta della Procura. Sy è accusato di strage (reato che prevede l'ergastolo) aggravata dal fatto che le potenziali vittime fossero dei minori e dalle finalità terroristiche, incendio, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni ai danni di 7 carabinieri che sono intervenuti e sono riusciti a fermarlo e lesioni ai danni di 17 ragazzini che hanno avuto bisogno di cure mediche, tra cui alcuni traumatizzati dallo stress subito. L'autista, di origine senegalese ma con passaporto italiano, potrebbe però fare richiesta tramite i suoi legali di affrontare il processo accedendo ai riti alternativi, tra cui il rito abbreviato che automaticamente ridurrebbe la pena di un terzo.
Agli inquirenti Sy ha spiegato che intendeva fare un "gesto eclatante" per attirare l'attenzione del mondo sui problemi dell'Africa, ma ha ribadito che non voleva fare del male ai ragazzini. Le indagini dei carabinieri del Ros, invece, portano in direzione opposta: i pm e gli investigatori sono sempre più convinti che Sy volesse portare il mezzo sulla pista dell'aeroporto di Linate e poi incendiarlo con dentro i passeggeri, che aveva legato mani e piedi con delle fascette. In tutto il suo blitz è durato una cinquantina di minuti, prima che i carabinieri riuscissero a fermarlo.
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