La procura di Roma chiude l'indagine
Dopo due anni di indagini la procura di Roma chiude l'inchiesta Consip e sette persone rischiano di finire a processo: tra loro ci sono l'ex ministro del governo Renzi, Luca Lotti, e il presidente di Pubbliacqua Firenze, Filippo Vannoni, indagati per favoreggiamento, l'ex comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette (rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento) e il generale dell'Arma, Emanuele Saltalamacchia (favoreggiamento). Coinvolti anche l'ex carabiniere del Noe, Gian Paolo Scafarto accusato di rivelazione del segreto, falso e depistaggio, l'ex colonnello del Noe Alessandro Sessa (depistaggio) e l'imprenditore Carlo Russo, indagato per millantato credito.
Archiviazione per Tiziano Renzi – Il pool coordinato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo chiede invece l'archiviazione per Tiziano Renzi, che nel fascicolo rispondeva di millantato credito in concorso con il suo amico Russo. Immediato il commento dell'ex premier che, appresa la notizia, si sfoga su Facebook: "Sono mesi che ripeto: il tempo è galantuomo". Poi aggiunge: "Oggi lo dico e lo ribadisco con ancora più forza: nessun risarcimento potrà compensare ciò che persone innocenti hanno dovuto subire. Ma il tempo è galantuomo, oggi più che mai". La richiesta di archiviazione per Renzi Senior si basa sull'assenza di riscontri sulle accuse ipotizzate dagli inquirenti nel corso dei due anni di indagine. Nonostante ciò, gli inquirenti sottolineano, negli atti, di ritenere "inverosimile" la versione data dal padre dell'ex premier sui suoi rapporti con Russo.
L'ex ministro fedelissimo di Renzi e l'amico di famiglia – L'iscrizione di Lotti sul registro degli indagati risale al 21 dicembre del 2016, il giorno dopo l'audizione, davanti ai pm di Napoli, John Woodcock e Celeste Carrano, nella quale Marroni, il grande accusatore dell'inchiesta, aveva ammesso di aver saputo dall'allora ministro dell'indagine in corso sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione. Il fascicolo passò subito a Roma per competenza e il 27 dicembre Lotti si presentò a Piazzale Clodio per essere sentito dagli inquirenti. Anche Vannoni secondo la procura avrebbe parlato in più occasioni a Marroni dell'inchiesta. E per quanto riguarda Russo, risponde di millantato credito per aver detto ad Alfredo Romeo di avere conoscenze politiche, facendosi promettere da lui 100mila euro annui come prezzo per la sua mediazione.
Ex comandante dell'Arma e altri tre ufficiali indagati – Scafarto risponde di tre episodi di falso, due di rivelazione di segreto d'ufficio e una di depistaggio, in concorso con l'ex colonnello Alessandro Sessa: secondo il capo d'imputazione, avrebbe rivelato al quotidiano 'Il Fatto' notizie coperte da segreto, mentre le accuse di falso derivano dall'aver alterato, in più punti, l'informativa sulla quale si basavano buona parte delle accuse a Renzi senior. Inoltre su richiesta di Sessa "al fine di non rendere possibile ricostruire le chat whatsapp – scrive chi indaga – provvedeva a disinstallare sul cellulare di Sessa l'applicazione". Il generale Del Sette viene tirato in ballo dall'ex presidente Consip Luigi Ferrara al quale avrebbe detto dell'indagine sull'imprenditore Alfredo Romeo, e anche il generale Saltalamacchia secondo quanto detto da Marroni, avrebbe rivelato informazioni reservate sull'indagine in corso.
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