La vittima è una 17enne. In manette un 22enne di nazionalità marocchina
Avrebbe costretto una 17enne ad avere un rapporto sessuale minacciandola con un coltello all'interno di uno stabile abbandonato a Desio, in provincia di Monza. In manette un 22enne marocchino, L.M., irregolare in Italia: doveva già essere espulso a dicembre 2015. Per lui l'accusa è di violenza sessuale. Denunciati a piede libero in concorso tre suoi connazionali di 23, 25 e 27 anni, anche loro destinatari di un decreto d'espulsione. La violenza si è verificata nel tardo pomeriggio di mercoledì 29 tra le stanze disabitate del Palazzo del Mobile, ex cittadella dell'artigianato di proprietà privata che sorge lungo la Valassina. "State lontani da quel luogo di degrado", è l'appello del sindaco di Desio, Roberto Corti. La minore, marocchina nata in Italia e residente in Brianza, avrebbe incontrato i quattro in stazione a Monza decidendo, di sua spontanea volontà, di seguirli in treno fino a Desio. Sul caso si è espressa anche la politica: "Dove sono le donne della sinistra? Dove è la presidente Boldrini? Dove è il sottosegretario Boschi che ha la delega alle Pari opportunità? O quella delega le serve solo per sfilare come una diva sul red carpet di Venezia? Queste vittime non meritano una parola di solidarietà solo perché i loro aguzzini sono immigrati?", afferma il senatore Roberto Calderoli della Lega Nord.
Il 22enne è finito in manette ieri sera dopo le 23. I quattro marocchini erano stati identificati ieri mattina: i carabinieri li avevano trovati all'interno dello stabile abbandonato assieme ad altre due persone, risultate estranee ai fatti. Mercoledì la ragazza, scappando dal Palazzo del Mobile, ha chiesto aiuto a dei sudamericani che si trovavano fuori dall'edificio. I carabinieri descrivono la vittima come una persona fragile, facilmente influenzabile, con problemi di depressione. La minore sarà ascoltata dagli inquirenti in audizione protetta. L'area è quotidianamente frequentata da senza tetto e bisognosi, ma anche da fotografi attratti dall'imponente stabile, una multiproprietà espositiva oggi decadente e simbolo dell'artigianato degli anni '80.
"E' dismesso da oltre 20 anni e ha circa 130 proprietari – commenta a LaPresse il sindaco Corti – Quest'estate, per l'ennesima volta, il Comune ha chiesto che tutte le entrate vengano blindate. Ma non c'è stata data risposta positiva. La soluzione è che si torvi un acquirente per riqualificarlo". Le trattative sono aperte da mesi ma i tempi sembrano essere lunghi. Spiega il sindaco, che definisce "degno come minimo di parole di condanna" l'episodio di violenza: "A metà luglio abbiamo fatto l'ennesima ordinanza chiedendo all'amministratore di condominio di ripristinare la recinzione così da impedire l'ingresso nell'immobile. Purtroppo la risposta è stata 'non siamo in grado'. E' un luogo di degrado e invito tutti i cittadini a non andarci". Giorno e notte polizia locale e carabinieri di pattuglia controllano la zona, "ma un presidio fisso, al momento, non è possibile – dice Corti – Mi auguro che i responsabili vengano definitivamente espulsi".
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata