Dopo quella di Renato Marra, finisce nel mirino dei pm anche la nomina dell'ex capo della segreteria politica del Campidoglio

Sarà interrogato oggi Salvatore Romeo, indagato per abuso d'ufficio nella vicenda della sua nomina a capo della segreteria politica del Campidoglio. Il reato ipotizzato è 'in concorso' con Virginia Raggi, perché Romeo venne nominato dalla sindaca. Salgono così a due le indagini per abuso d'ufficio a carico di Raggi, già coinvolta nell'inchiesta legata alla nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele, a capo del dipartimento Turismo (nella quale risponde anche dell'accusa di falso in atto pubblico).

Romeo è atteso in mattinata, con il suo legale, davanti al procuratore aggiunto Paolo Ielo e al pm Francesco Dall'Olio, ma non è escluso che l'atto istruttorio slitti a giovedì o venerdì.

Ancora prima delle verifiche effettuate dalla procura, la nomina di Romeo era stata criticata, l'estate scorsa, dall'allora capo di gabinetto Carla Raineri che dopo le dimissioni, in polemica con la sindaca, presentò un esposto dal quale partì l'indagine della procura sulle nomine capitoline.

Inoltre Romeo presentò alla sindaca quel Raffaele Marra divenuto capo del personale del Comune prima di finire in carcere, lo scorso 16 dicembre. E, sempre Romeo, nel gennaio del 2016 intestò a Virginia Raggi le due polizze sulla vita, del valore complessivo di 33mila euro, che pur non avendo implicazioni di carattere penale, hanno scatenato nell'ultima settimana un'ondata di polemiche sulla giunta capitolina.

Nell'esposto presentato lo scorso 26 settembre da Raineri, si legge in merito alla nomina di Romeo: "Illustrai al sindaco che doveva ritenersi impossibile per un dipendente assunto a tempo indeterminato ricorrere all'istituto dell'aspettativa, per poi essere assunto dal medesimo ente con contratto a tempo determinato e la invitai a revocare la delibera". Raineri aggiunge di aver spiegato a Raggi "che un siffatto comportamento avrebbe potuto configurare un'ipotesi di abuso di ufficio, laddove un tale meccanismo fosse stato posto in essere allo scopo di attribuire al dipendente un vantaggio economico altrimenti non conseguibile".

La nomina a capo della segreteria politica, arrivata per Romeo nell'estate del 2016, di fatto gli triplicò lo stipendio: da 39 mila euro lordi l'anno, a 110 mila, scesi successivamente a 93 mila dopo l'intervento dell'Autorità nazionale anticorruzione.

Mentre la sindaca ribadisce quotidianamente di essere determinata ad andare avanti, e di avere la fiducia del Movimento, le grane giudiziarie di Palazzo Senatorio sembrano non avere termine e a finire indagato è proprio quel Salvatore Romeo che, dopo l'arresto di Marra e la notizia dell'indagine su alcune delle principali nomine effettuate da Raggi, si era dimesso da militante fedele, per non creare problemi alla sindaca.

Era il dicembre scorso, da allora il nome di Romeo non è mai sparito dalle cronache politiche e giudiziarie fino a quando, il 2 febbraio, nel pomeriggio dell'interrogatorio fiume alla prima cittadina si è appreso delle polizze vita che le ha intestato sette mesi prima di diventare il suo braccio destro in Campidoglio: Raggi si dice 'sconvolta', "non ne sapevo nulla", afferma prima davanti ai pm e poi davanti alle telecamere. La vicenda, sottolinea chi indaga, non ha implicazioni penali e i soldi investiti in assicurazioni da Romeo sono i suoi risparmi. Ma ancora non è dato sapere per quale motivo l'ex capo della segreteria politica del Campidoglio avesse scelto la sua futura 'datrice di lavoro' per intestare le sue polizze qualche mese prima di assumere la prestigiosa, e molto ben retribuita, carica. Anche di questo si parlerà nell'interrogatorio.

DI MAIO ATTACCA I GIORNALISTI. Intanto Di Maio ha deciso di presentare all'Odg una lista di giornalisti che, a suo dire, hanno infangato il M5S. "Gentile Presidente, la libertà di stampa è un valore irrinunciabile per ogni Paese democratico. Ma altrettanto irrinunciabile è il rispetto della verità a cui ogni giornalista, per deontologia ed etica professionale, dovrebbe attenersi. In questi giorni abbiamo assistito a uno spettacolo indegno da parte di certa stampa, che ha usato la vicenda di una polizza a vita intestata a Salvatore Romeo, e il cui vero beneficiario è lui stesso tranne nell'ipotesi estremamente improbabile della sua morte, per infangare e colpire in maniera brutale la sindaca Virginia Raggi e l'intero Movimento 5 Stelle.
L'operazione di discredito nei confronti della Raggi è iniziata ben prima che il Movimento 5 Stelle vincesse le elezioni a Roma: lo sapevamo ed eravamo preparati a questo, ma oggi si è toccato un limite che è nostro dovere denunciare", ha scritto l'esponente pentastellato nella lettera inviata all'Ordine.

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