Lo sciame sismico non si placa, le vittime accertate sono 290

La terra non smette di tremare nel Centro Italia, devastato dal terremoto del 24 agosto. Una nuova forte scossa di magnitudo 4.4 è stata registrata nella zona di Ascoli Piceno alle 17.55. E non è la sola: una di magnitudo 3.7 ha colpito poche ore prima la provincia di Rieti, mentre l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha contato nella notte più di 20 scosse di assestamento nella zona di Ascoli Piceno, la più forte di magnitudo 2.7, dopo quella di magnitudo 6.0 del 24 agosto che ha provocato 290 vittime. Le scosse dall'inizio del sisma sono state oltre 1820: 116 quelli di magnitudo compresa tra 3.0 e 4.0, 11 quelli localizzati di magnitudo compresa tra 4.0 e 5.0 e uno di magnitudo maggiore di 5.0 (quello di magnitudo 5.4 (Mw 5.3) avvenuto il 24 agosto alle 4.33 nella zona di Norcia (PG). 

COORDINAMENTO PROTEZIONE CIVILE PASSA A RIETI – Con l'istituzione della Di.coma.c a Rieti e la chiusura del Comitato Operativo – riunito in seduta permanente, a Roma, dalla notte del 24 agosto, subito dopo la scossa -, si trasferisce da oggi in prossimità dell'area più colpita il coordinamento delle attività di assistenza alla popolazione e gestione della prima emergenza da parte del Servizio Nazionale della Protezione Civile. La Dicomac promuove l'attuazione degli indirizzi e delle indicazioni operative del Capo del Dipartimento della Protezione Civile ed opera in raccordo con i centri operativi e di coordinamento attivati sul territorio.

CURCIO: SU DISPERSI NON DIAMO NUMERI – "Sono 290 le vittime per la correzione fatta dalla prefettura di Rieti, oltre 2500 gli assistiti. Le disponibilità nelle aree di accoglienza sono superiori alla richiesta: è stata tarata bene ma ci sono anche persone che dormono in macchina o hanno fatto scelte diverse. Oltre 6mila uomini, una sessantina di campi di dimensioni diverse.Sui dispersi non abbiamo mai dato numeri, per la difficoltà di controllare il fenomeno. Poi ci sono persone come il sindaco di Amatrice che ha contezza e che può dire chi manca all'appello, lui ha fatto una valutazione che ha fatto lui nella quantificazione. E l'interesse comune è trovare chi manca all'appello. L'emergenza a dopo 4 giorni sta mirando la composizione, da soccorso tecnico di urgenza, si passa a una fase più assistenziale. Ancora ci sono soccorsi di urgenza, però ci stiamo strutturando rispetto a una migliore assistenza". Lo ha spiegato Fabrizio Curcio, capo della protezione civile, in conferenza stampa.  "E' plausibile che all'appello manchino una decina di persone", ha aggiunto Curcio.

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