Napoli, 17 dic. (LaPresse) – Gli uomini della Dia (Direzione investigativa antimafia) hanno dato esecuzione a tre distinti provvedimenti di confisca di beni ritenuti di proprietà di esponenti del clan dei Casalesi. I provvedimenti, due dei quali definitivi, sono stati emessi dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Il valore complessivo dei beni sequestrati è di sei milioni di euro.

Il primo provvedimento riguarda la confisca definitiva penale di numerosi beni intestati a prestanome, ma comunque nella disponibilità di soggetti apicali del clan dei casalesi della fazione Bidognetti. Tali beni erano già stati sottoposti a sequestro preventivo sei anni fa e facevano emergere come Francesco Bidognetti, alias ‘Cicciotto e Mezzanotte’, era stato per anni la mente economica della gruppo, reinvestendo i proventi delle attività illecite dell’organizzazione in tenute agricole, masserie e lussuosi appartamenti, intestati a prestanome incensurati. Tra i beni confiscati, del valore di oltre 3 milioni di euro, figura anche l’azienda bufalina di Cancello ed Arnone, in provincia di Caserta, dove, nel 2008, venne ucciso Umberto Bidognetti, padre del collaboratore di giustizia Domenico.

Il secondo provvedimento riguarda la confisca di beni per un milione, la quota di un’azienda con sede a Terni, un terreno e un fabbricato a Casal di Principe, riconducibili a Rocco Veneziano, geometra e imprenditore edile di Casal di Principe, 62 anni, considerato dagli inquirenti punto di riferimento per la gestione degli interessi economici dei Bidognetti. Il terzo provvedimento, infine, riguarda la confisca nei confronti di Francesco Lampo, imprenditore di Trentola Ducenta, secondo gli investigatori organico al clan dei Casalesi, almeno fino all’inizio del 2000. I beni confiscati, per due milioni, sono un fabbricato e sette appartamenti a Trentola Ducenta (Caserta).

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