Roma, 15 dic. (LaPresse) – Con l’invasione storica di olio di oliva tunisino, che ha visto aumentare del 734 per cento le importazioni nel 2015, aumenta il rischio di frodi che allontanano i consumatori italiani e sporcano l’immagine del Made in Italy sui mercati internazionali. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare l’importanza di dare completa applicazione alle norme già varate con la legge salva olio, la n. 9 del 2013 e di accelerare il percorso del disegno di legge che reca le ‘nuove norme in materia di reati agroalimentari’ elaborato dalla commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, magistrato e presidente del comitato scientifico dell’osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.

“Di fronte al moltiplicarsi di frodi con le indagini che hanno coinvolto anche grandi gruppi, per olio di bassa qualità venduto come extravergine o quello straniero spacciato per italiano, bisogna stringere le maglie della legislazione per difendere un prodotto simbolo del Made in Italy e della dieta mediterranea”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “la produzione Made in Italy quest’anno può contare su una produzione da record dal punto di vista qualitativo pari a circa 299 mila tonnellate in aumento rispetto ai risultati disastrosi dello scorso anno”.

Una occasione per cogliere le opportunità a livello mondiale dove – conclude la Coldiretti – si registra un aumento costante del consumo di olio di oliva che ha fatto un balzo del 50 per cento negli ultimi 20 anni mentre, ma anche per invertire una tendenza negativa a livello nazionale che ha visto tagliare del 25 per cento negli ultimi dieci anni gli acquisti di olio di oliva che sono scesi a 9,2 chili all’anno, dietro la Spagna con 10,4 chili e la Grecia che con 16,3 chili domina la classifica.

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