Di Benedetta Dalla Rovere
Milano, 13 nov. (LaPresse) – E’ stato il gesto folle di una persona sola, descritta dai testimoni come un uomo di carnagione chiara e con una capigliatura bionda e il viso parzialmente nascosto da un passamontagna.
Sembra essere questo, a quasi 24 ore di distanza, il quadro che gli investigatori si sono fatti dell’aggressione a Nathan Graff. L’uomo di 40 anni, di nazionalità israeliana, è il genero di Hetzkia Levi, uno dei rabbini della comunità ebraica cittadina. Abita a Milano da circa due anni e per lavoro si occupa di controllare ristoranti e mense della comunità ebraica e verificare che il cibo servito rispetti le prescrizioni kosher.
Ieri sera è stato aggredito, poco prima delle 8.30, in viale San Gimignano, nella zona di Bande Nere, in pieno quartiere ebraico, mentre rientrava a casa da un viaggio di lavoro. Avea chiesto all’autista di essere lasciato all’angolo della strada per fare qualche metro a piedi.
Idea che per poco non gli è stata fatale. Uno sconosciuto lo ha tallonato per qualche metro, poi lo ha buttato a terra proprio di fronte ad un ristorante kosher e lo ha ferito prima alla schiena con tre fendenti, poi alla gola, all’avambraccio sinistro e al volto. In tutto sono state sette le coltellate che l’aggressore, ancora da identificare, ha assestato a Graff.
La vittima è un ebreo osservante, ha la tipica acconciatura con i cernecchi, indossa abitualmente la kippah e per questo è molto “riconoscibile”. A salvarlo è stato l’intervento di un passante. Oltre a lui, anche una ragazzina e una donna che stava portando fuori il cane sono state testimoni dirette dell’aggressione.
Le loro descrizioni, insieme alle immagini della telecamera di sorveglianza e gli “occhi elettronici” di diversi negozi della zona, che gli investigatori stanno visionando in queste ore, potrebbero fornire elementi utili per individuare l’aggressore.
Nel frattempo, gli investigatori della Digos, coordinati dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, a capo del dipartimento anti terrorismo, stanno cercando di far luce su una vicenda nella quale è ancora tutto da chiarire. A partire proprio dal movente dell’aggressione. C’è chi, anche all’interno della comunità ebraica, fin dal primo momento, ha ipotizzato una pista araba e chi pensa più ad una vendetta di carattere politico. O ancora di una sorta di “regolamento di conti” per ragioni di lavoro con Graff, senza tralasciare al pista sentimentale. Troppo presto per dirlo.
Nel frattempo, Graff è stato operato al Niguarda, dov’era stato ricoverato in codice rosso ieri sera. “L’intervento di sutura definitiva delle ferite riportate al volto, all’avambraccio sinistro e al dorso si è concluso nel pomeriggio”, hanno fatto sapere dall’ospedale, sottolineando che non ci sono state “problematiche chirurgiche nel corso dell’operazione”.
Al momento, inoltre, “non sono previsti altri interventi”. L’operazione è stata eseguita dal primario di Chirurgia Plastica e Centro Ustioni, Vincenzo Rapisarda, assistito da un chirurgo maxillo facciale del Trauma Center di Niguarda. Graff è tornato nel reparto di Chirurgia Plastica dell’ospedale, dov’è ricoverato, ed è stato accolto dall’affetto della moglie e dei parenti.
Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha scritto sul profilo FacebooK. “Ieri sera nella nostra città, Nathan Graff, appartenente alla comunità ebraica, è stato accoltellato ripetutamente di fronte ad un ristorante kasher. Un fatto gravissimo che non può e non deve restare impunito”.
Ieri sera nella nostra città, Nathan Graff, appartenente alla comunità ebraica, è stato accoltellato ripetutamente di…
Posted by Giuliano Pisapia Sindaco X Milano on Venerdì 13 novembre 2015
“E’ la prima volta che una cosa del genere accade a Milano” ha commentato a LaPresse Ruggero Gabbai, membro della comunità ebraica e consigliere comunale del Pd – l’uomo è stato subito identificato come ebreo per via della barba e del suo vestiario e per questo aggredito, siamo scioccati e non possiamo accettare questa provocazione, viviamo in una paese libero dove vige lo stato di diritto e non si può essere aggrediti per la propria etnia o il proprio credo religioso”. Sull’episodio sta indagando la polizia di Milano. Il consigliere Gabbai pensa ad un atto di emulazione: “Probabilmente si tratta di un cane sciolto, ma temo che si verifichino casi di emulazione sull’onda dell’Intifada dei coltelli, gli attacchi agli ebrei che in queste settimane stanno avvenendo in Medio Oriente”.
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