di Elena Fois
Roma, 13 nov. (LaPresse) – L’ondata di caldo che ha colpito il nostro Paese “è decisamente anomala. Le temperature sono sopra la media stagionale e questa condizione dura da tanto tempo. Novembre dovrebbe essere uno dei mesi più piovosi” e invece di pioggia non se ne vede affatto, da nord a sud. A dirlo è Andrea Giuliacci, meteorologo del Centro Epson Meteo, per il quale si registra una vera “inversione di tendenza rispetto agli autunni scorsi”. Per trovare un altro novembre così secco bisogna tornare indietro di almeno una decina di anni: “nella prima metà degli anni 2000 – dice – si è verificata una condizione simile”, ma le temperature non erano comunque così elevate.
E’ ancora troppo presto, però, per gridare al record assoluto: certo, questi primi 12 giorni paiono davvero eccezionali e se le temperature dovessero restare su questi livelli fino alla fine del mese si potrebbe parlare del novembre più caldo degli ultimi 50 anni.
IN MONTAGNA TEMPERATURE ESTIVE. L’eccezionalità maggiore si registra in montagna, dove “lo zero termico è a 3500 metri di quota e, sulle Alpi occidentali, anche a 4500. Normalmente, invece – spiega Giuliacci – si trova a 1500-2000 metri. E’ un fatto tipico dell’estate, non dell’autunno”. A mancare è quindi il freddo, non soltanto la pioggia e la neve. “Finché ci sono temperature così miti – dice – non è possibile nemmeno sparare la neve artificiale sulle piste” e così l’inizio della stagione sciistica potrebbe essere in pericolo.
RISCHIO NEBBIA E SMOG. I lati positivi di una ‘primavera in autunno’ hanno, però, un rovescio della medaglia, rappresentata dalla formazione di nebbia e dall’accumulo di smog, soprattutto in città. In presenza di un anticiclone, infatti, l’aria viene schiacciata verso il basso e così i moti verticali in grado di sviluppare le nubi sono inibiti: il cielo resta in prevalenza sereno e la ventilazione risulta scarsa. Al suolo, però, si crea un’inversione termica, cioè uno strato di atmosfera in cui la temperatura dell’aria aumenta con la quota. Nelle notti calme e serene, il forte raffreddamento del suolo sottrae calore all’aria sovrastante che a sua volta si raffredda: nelle prime centinaia di metri si crea uno strato in cui la temperatura addirittura aumenta con la quota. Si ‘inverte’ così il normale andamento della temperatura con l’altezza. Questa inversione termica ha l’effetto di bloccare qualsiasi rimescolamento dell’aria, con un conseguente accumulo costante di umidità e smog nei bassi strati. Tutto ciò rende il paesaggio grigio e nebbioso nei mesi più freddi.
DAL 20 NOVEMBRE TORNERA’ (FORSE) LA PIOGGIA. “E’ difficile sapere cosa accadrà dopo il 20 novembre – spiega Giuliacci – ma lo scenario più probabile è quello della rottura della fase di tempo stabile e del ritorno della pioggia”. Le temperature dovrebbero iniziare a scendere già nel weekend, soprattutto in montagna, ma resteranno comunque al di sopra delle medie stagionali.
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