Roma, 12 ago. (LaPresse) – “Basta lacrime di coccodrillo. Rischi e danni continueranno grazie alla gestione irresponsabile del territorio”. Così Legambiente in una nota su quanto sta accadendo oggi sulla costa ionica della Calabria, in provincia di Cosenza, dove da questa mattina all’alba è in corso un nubifragio con gravi danni al territorio che, si legge nel comunicato “dimostra tutta la fragilità di una regione con l’89% dei Comuni a forte rischio idrogeologico, dove il consumo e l’impermeabilizzazione del suolo non conoscono freno”.
“Il rischio – continua la nota – non riguarda solo la Calabria: sono ben 6.633 i Comuni italiani in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico e oltre 6 milioni di cittadini si trovano ogni giorno in zone esposte al pericolo di frane o alluvioni, a causa della forte urbanizzazione che ha interessato anche le aree a maggior rischio, e se è ormai condivisa l’urgenza della messa in sicurezza del territorio, è del tutto evidente che larga parte dei progetti che vengono portati avanti sono inadeguati rispetto alle nuove sfide che i cambiamenti climatici ci pongono con sempre maggiore urgenza. C’è bisogno di approcci diversi e di strategie di adattamento capaci di ripensare le politiche infrastrutturali, nella direzione delle nuove politiche comunitarie dei piani clima delle città europee”.
Secondo il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, “il governo ha iniziato a fare qualcosa sul rischio idrogeologico, ma si rischia di finanziare progetti inadatti e vecchi. Dei 650 milioni di euro recentemente sbloccati per il rischio, per esempio, nulla andrà alle regioni del Sud”. “Il Governo italiano non ha ancora una politica per affrontare il rischio climatico – ha concluso Vittorio Cogliati Dezza – e se ha approvato (in ritardo) un documento di obiettivi generali con la strategia di adattamento al clima, ancora nulla si sta muovendo per arrivare all’approvazione del piano nazionale”.
A esprimere solidarietà e vicinanza ai cittadini di Rossano anche il presidente di Legambiente Calabria Francesco Falcone che ha aggiunto: “La Regione dichiari lo stato di emergenza e metta mano al piano di difesa del suolo e allo stop al consumo di suolo. Solo fermando la cementificazione selvaggia, l’aggressione ai fiumi e ai boschi sarà possibile diminuire i rischi degli effetti climatici estremi, oggi sempre più frequenti”.
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