Bergamo, 17 lug. (LaPresse) – Tornerà in aula a settembre il processo a Massimo Bossetti, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. I giudici della Corte d’Assise di Bergamo hanno respinto tutte le sostanziali eccezioni preliminari sollevate dalla difesa di Massimo Bossetti, il muratore in carcere da un anno accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, la 13enne uccisa il 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo. “La Corte ha respinto le nostre eccezioni – spiega l’avvocato Claudio Salvagni, che con Paolo Camporini difende Massimo Bossetti, a LaPresse – Questo vuol dire che il processo andrà avanti. Riguardavano una presunta indeterminatezza del capo di imputazione del quale si chiedeva la nullità per l’indeterminatezza del luogo dell’omicidio. I giudici hanno invece ritenuto che il capo di imputazione fosse sufficientemente determinato. E’ stata inoltre anche respinta la richiesta di nullità della relazione del Ris dei carabinieri sul Dna di ignoto 1. Secondo noi quella perizia svolta sdai Ris è nata viziata e quindi porteremo la richiesta fino in Cassazione”.

Ammessi invece come prova i 711 testimoni e i 40 consulenti presentati dalla difesa. “Gli unici a non essere stati ammessi sono stati il professor Meluzzi e la professoressa Casale perchè per la Corte il profilo psicologico non è ammesso. Non entrerà invece nel processo la documentazione, e le relative testimonianze, riguardanti la vicenda del marocchino Mohamed Fikri, scagionato in relazione al delitto. Non faranno parte del processo neanche le ricevute del motel nel quale si sarebbero incontrati Marita Comi, moglie di Bossetti, e un suo presunto amante. Una decisione che ci ha dato ragione”.

Infine la Corte ha disposto che in aula non vi sarà possibilità di riprese e che le telecamere potranno trasmettere solo la lettura della sentenza del processo che ricomincerà l’11 settembre. I giudici hanno già fissato le udienze: una ventina da settembre alla fine di dicembre.

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