Roma, 3 lug. (LaPresse) – “Dopo che al Senato il ducetto Renzi ha imposto la ‘fiducia’ sul ddl-cattiva scuola, la legge passa il 7 luglio alla Camera per il voto definitivo, il cui esito è purtroppo scontato, vista la maggioranza schiacciante che il Pd ha in quel ramo del Parlamento. Pur tuttavia il movimento contro la cattiva scuola governativa non va in vacanza e prosegue la sua lotta, manifestando a Roma a Montecitorio in quella giornata e fino al voto conclusivo”. Così, in una nota, Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas.

“Analoghe iniziative – prosegue – si terranno in altre città, in contemporanea con quella romana, nella ferma e corale convinzione che seppure Renzi, nella sua guerra totale contro il popolo della scuola pubblica, ha vinto la prima battaglia, lo scontro continuerà in forme rinnovate, diffuse e profonde a settembre, facendo pagare assai cara a Renzi e al governo la loro prima e provvisoria vittoria”.

“Vista – aggiunge Bernocchi – la rabbia, la determinazione, l’unità e l’indignazione corale del popolo della scuola pubblica nei confronti del governo e in particolare del Pd, ‘dominus’ incontrastato di esso, è davvero sciocca illusione la speranza renziana che i protagonisti dell’istruzione pubblica dimentichino nei prossimi mesi l’insultante e distruttivo scempio della ‘cattiva scuola’ e non ripetano, persino a livelli superiori, la drastica sconfessione, elettorale e di consenso, già operata nei confronti del Pd nelle ultime settimane, che ne ha provocato la vistosa emorragia di voti nelle amministrative e il crollo dei consensi, registrato in ogni sondaggio, per il Conducator Renzi”.

“Ma soprattutto – sottolinea – la cattiva scuola governativa dovrà affrontare uno scontro permanente in ogni istituto da settembre in poi. Fin dalla prima riunione dei Collegi docenti e dei Consigli di istituto, si passerà, come abbiamo già scritto, ‘dalla battaglia campale ad una guerriglia’, non-violenta ma assai pervasiva, diffusa, continua e logorante per i sostenitori della cattiva scuola-azienda. In termini conflittuali, ogni scuola costituirà una barricata contro l’applicazione del ddl. I docenti non accetteranno mai di perdere la libertà di insegnamento, di essere assunti e licenziati da un preside-padrone che dovrebbe sceglierli dittatorialmente da albi di migliaia di persone, di essere premiati o puniti da un ‘gran Giurì’ composto dallo stesso ‘padrone’, da tre docenti , uno studente e un genitore (o due genitori) che dovrebbe, a proprio insindacabile, pretestuoso e immotivato giudizio, valutarne il lavoro e le capacità didattica, imponendo in ogni istituto un potere assoluto, e distruttivo della collegialità didattica, e fomentando lo scontro interno quotidiano”.

“Forti di tali convinzioni – conclude – per il futuro ravvicinato, qui ed ora la protesta non va in vacanza e si esprimerà nuovamente il 7 luglio in varie città e in particolare a Roma ove a P. Montecitorio (ore 17) manifesteremo ancora una volta insieme alle scuole, alle RSU e agli altri sindacati la nostra indignazione contro l’intollerabile imposizione governativa”.

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