Roma, 20 feb. (LaPresse) – I carabinieri della compagnia di Tivoli hanno arrestato 10 persone nell’ambito di un’indagine per associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsioni. L’operazione di oggi rappresenta la conclusione di un’indagine svolta dai carabinieri della stazione di Roma Settecamini e iniziata il 7 dicembre 2013 a seguito dell’esplosione, nel quartiere di Ponte di Nona, di quattro colpi d’arma da fuoco contro la porta dell’appartamento di uno degli odierni destinatari della misura cautelare. Le successive indagini hanno permesso di accertare che il fatto si inseriva in un contesto di contrasti legati al controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti.

Nel gennaio 2014 sono state eseguite diverse perquisizioni domiciliari nei confronti di soggetti risultati coinvolti nell’attività di spaccio che hanno consentito ai carabinieri di sequestrare una cassaforte, all’interno della quale oltre a droga e denaro erano custoditi diversi documenti contenenti la contabilità dei proventi dell’attività di spaccio. Il lavoro degli investigatori ha consentito di ricostruire numerosi episodi di cessione di stupefacente, con linguaggio in codice utilizzato per gestire l’attività di spaccio. Il risultato è stato favorito, in particolare, dal ritrovamento all’interno della cassaforte di un foglio con disegnato un campo di calcio e le firme di numerosi degli indagati. Il documento, che rappresenta la prova del patto criminale, ha orientato l’attenzione degli investigatori su alcuni termini calcistici utilizzati nel corso delle conversazioni ma spesso apparentemente privi di significato. “Il campo”, ad esempio, indica la piazza di spaccio, “i fari del campo” sono le vedette e i “tornei” indicano i turni degli spacciatori.

I personaggi al vertice della piramide erano coloro che curavano la gestione della contabilità e l’approvvigionamento dello stupefacente, predisponevano i turni degli spacciatori e delle vedette e rappresentavano il punto di contatto per gli acquirenti che venivano poi smistati tra i diversi spacciatori su strada a seconda del quantitativo e della tipologia di stupefacente che desideravano acquistare (cocaina, hashish marijuana). C’era poi la cosiddetta manovalanza composta da numerosi giovani, tutti italiani, che si occupano dello spaccio al minuto e del servizio di vedetta per segnalare l’arrivo delle forze dell’ordine.

Altro elemento emerso nel corso delle indagini è l’impiego, in cambio di lauti compensi, di persone incensurate che avevano il compito di fare la cosiddetta ‘retta’, ossia custodire all’interno delle loro abitazioni la droga per di impedirne il sequestro. La riscossione di eventuali crediti maturati nei confronti di cattivi pagatori della droga era esercitata con metodi estorsivi, fatti di minacce e violenze. In particolare è stato accertato un caso in cui a una donna, madre di uno dei presunti acquirenti della droga che non era riuscito a saldare i suoi debiti, era stato imposto di lasciare la casa popolare, occupata abusivamente, in cui abitava affinché l’organizzazione potesse farla occupare da altre persone, recuperando in tal modo la somma di 20mila euro.

L’operazione odierna ha permesso di disarticolare un’associazione per delinquere con un giro d’affari intorno ai 15mila euro giornalieri, che era riuscita a garantirsi il controllo dello spaccio su alcune piazze nel quartiere di Ponte di Nona. Numerose famiglie, in difficoltà economiche o con figli tossicodipendenti, per riuscire a sopravvivere hanno tollerato e in alcuni casi favorito l’attività del gruppo criminale.

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