Genova, 20 dic. (LaPresse) – I carabinieri di Genova hanno sgominato una banda dedita allo sfruttamento della prostituzione di donne cinesi. In tutto sono stati eseguiti nove arresti, tra italiani e cinesi. Sequestrati anche appartamenti e altro materiale. I particolari dell’operazione verranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11.30 presso il comando provinciale.

Sei ordinanze di custodia cautelare in carcere di cui 5 eseguite a carico di quattro cinesi e un iraniano, cinque misure di arresti domiciliari tra cui due italiani e diversi diversi obblighi di presentazioni alla polizia giudiziaria. E’ questo il bilancio di un’operazione del nucleo investigativo dei carabinieri di Genova per sfruttamento della prostituzione. Le ragazze, tutte cinesi, lavoravano anche 15-17 ore al giorno. L’indagine è partita dalla segnalazione di alcuni residenti che lamentavano ‘strani andirivieni’ nei condomini di residenza. Ad coordinare gli affitti degli appartamenti, un cittadino iraniano che aveva contatti diretti con le agenzie immobiliari ed i proprietari degli appartamenti che ispezionava personalmente, unitamente alle donne cinesi.

Oltre a questo incarico, lo stesso predisponeva le inserzioni sui quotidiani e i siti internet. Compito svolto anche da una coppia di coniugi cinesi iscritta alle università di Genova e Milano Bicocca, il cui marito si è reso irreperibile quest’ultimo irreperibile. In base agli accertamenti fiscali effettuati le lucciole che sfruttavano le connazionali riuscivano a guadagnare tra i quattromila e i seimila euro al mese mentre il compenso per le connazionali sfruttate era compreso tra i 150 e i 200 euro al giorno.

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