Nuoro, 2 Dic. (LaPresse) – “E’ la seconda volta che in coincidenza con un avvenimento importante del quale si sono rese faticosamente e con duro lavoro protagoniste le magliette rosse, casualmente capita qualche evento concomitante teso a disperdere l’attenzione”. Gli esuberi Meridiana commentano così gli atti intimidatori ai danni delle due dirigenti dell’azienda, Micaela Picciolini e Rossella Iandolo. “Nessuno mai – aggiungono – era arrivato a portare una vertenza lavoro al Parlamento europeo. Gli esuberi Meridiana ce l’hanno fatta e il faro era tutto per loro. Invece qualcuno ha dato fuoco alle macchine di un quadro, Micaela Picciolini, e di un dirigente Meridiana, Rossella Iandolo, proprio oggi. Che se uno non credesse al fato e alle coincidenze, potrebbe pensare al dolo”.
“Allora – continuano – chiariamolo. La protesta civile, puntuale organizzata, compatta che nasce e cresce dalla pagina (Facebook, ndr) IoSonoUnEsubero è una dolorosa spina nel fianco per una azienda abituata da anni a fare e disfare accordandosi con i sindacati più generosi, in spregio ai lavoratori e al loro volere edin spregio alle organizzazioni sindacali più rappresentative. L’attenzione mediatica uccide chiunque sia abituato a vivere e proliferare in un sottobosco che rappresenta il suo habitat naturale. Senza ombra, nella luce, le cose si vedono troppo bene e questo non piace”.
Dissociandosi dal gesto, gli esuberi della compagnia spiegano che “ai lavoratori Meridiana che combattono strenuamente, in un crescendo pulito e trasparente di iniziative e che finalmente hanno visto esondare la loro vertenza, non interessa minimamente dare fuoco, né tirare uova”. Il riferimento è al lancio di uova dello scorso 15 novembre contro alcuni componenti di un equipaggio della compagnia all’aeroporto di Olbia mentre era in corso la marcia per il lavoro organizzata dagli esuberi che ha attraversato tutta la Sardegna.
“Noi – affermano – puntiamo alto. Noi siamo quelli del Papa, della tv, dei tg, dei giornali, quelli che collaborano con la magistratura, quelli di Aiglemont e di Bruxelles”. “A noi – precisano ancora – uova e macchine incendiate non appartengono minimamente, perché siamo una potenza istituzionale con il faro dei media puntato addosso”. “Mai sentito parlare – concludono – della teoria della distrazione di Noam Chomsky? Forse distrarre da noi e la mission di qualcuno. Pensateci”.
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