Città del Vaticano, 2 nov. (LaPresse) – “Il ricordo dei defunti, la cura dei sepolcri e i suffragi sono testimonianza di fiduciosa speranza, radicata nella certezza che la morte non è l’ultima parola sulla sorte umana, poiché l’uomo è destinato ad una vita senza limiti, che ha la sua radice e il suo compimento in Dio”. Lo ha detto Papa Francesco prima della preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro.

Un saluto speciale è stato rivolto da Papa Francesco, subito dopo la preghiera dell’Angelus, ai volontari di Oppeano e Granzette che fanno clownterapia negli ospedali. “Continuate a farlo – è stata l’esortazione del pontefice – che fate tanto bene agli ammalati”.

Nel giorno di commemorazione dei morti “siamo chiamati a ricordare tutti, anche quelli che nessuno ricorda” come “le vittime delle guerre e delle violenze; tanti ‘piccoli’ del mondo schiacciati dalla fame e della miseria” ha aggiunto il Papa. “Ricordiamo – ha proseguito – gli anonimi che riposano nell’ossario comune, i fratelli e le sorelle uccisi perché cristiani; e quanti hanno sacrificato la vita per servire gli altri”.

La festa di tutti i Santi e la commemorazione dei defunti “sono intimamente legate tra loro, così come la gioia e le lacrime trovano in Gesù una sintesi che è fondamento della nostra fede e della nostra speranza”. Da una parte, ha spiegato, la chiesa “si rallegra per l’intercessione dei Santi e dei Beati che la sostengono nella missione di annunciare il Vangelo” e dall’altra “condivide il pianto di chi soffre il distacco dalle persone care”.

Alle 18 di oggi, in occasione della commemorazione di tutti i fedeli defunti, Papa Francesco si reca nelle Grotte della Basilica Vaticana per un momento di preghiera in privato, in suffragio dei Sommi Pontefici qui sepolti e di tutti i defunti.

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