Milano, 20 ott. (LaPresse) – È una confessione in piena regola quella che Gerardo Maggioncalda, 42 anni, ha rilasciato al pm Giancarla Serafini e agli investigatori dopo aver strangolato la fidanzata, la coetanea Sonia Trimboli. L’omicidio, da quanto ha riferito Maggioncalda, è avvenuto intorno alle 16 di ieri nel suo appartamento di via della Commenda, 28 all’angolo con via Orti, in zona Porta Romana a Milano. L’uomo, dopo l’ennesima lite, ha tolto la vita alla compagna con un elastico da pacchi che serviva per legare assieme i letti della camera matrimoniale.
In serata, Maggioncalda ha telefonato ad un amico che abita a Garlasco (Pavia) e gli raccontato tutto. Proprio l’amico ha dato l’allarme e ha avvisato i carabinieri, che a loro volta hanno preso contatto con la questura di Milano. Gli agenti di polizia, al loro arrivo in via della Commenda, hanno trovato il padre di Maggioncalda, Carlo, 66 anni, che ha riferito loro di aver incontrato intorno alle 22 il figlio, in stato confusionale, sulle scale della palazzina. L’omicida gli ha chiesto di salire nel suo appartamento al quarto piano e di verificare se la fidanzata stesse bene. Quando Carlo Maggioncalda è entrato in casa del figlio, ha trovato Sonia Trimboli morta sul letto. La donna, da quanto riferiscono gli investigatori, era supina, completamente vestita e coperta dalle lenzuola.
A quel punto il padre ha cercato di mettersi in contatto con il figlio senza riuscirci. Carlo Maggioncalda ha chiesto aiuto al genero che è riuscito a parlare con l’omicida intorno alle 22.15. A lui, il 42enne ha detto di essere vicino alla Basilica di Sant’Ambrogio. La polizia lo ha arrestato poco dopo, mentre si trovava in bicicletta poco distante dalla chiesa. Il 28 agosto scorso, Gerardo Maggioncalda, che lavorava come trasportatore per il negozio di orologiaio della famiglia, era già stato denunciato dalla vittima per lesioni e minacce.
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