Roma, 8 ott. (LaPresse) – Una lunga lettera per spiegare le decisioni di un passo indietro destinato a scatenare accese riflessioni e polemiche nel mondo del giornalismo. Così Carlo Bonini, inviato di Repubblica, ha presentato le sue “dimissioni inrevocabili” dal consiglio dell’Ordine dei giornalisti.
Motivo, come afferma il giornalista, il reintegro di Renato Farina e la presenza di Giovanni Lucianelli nella Commissione di esame per giornalisti professionisti che sta attualmente tenendo la sua 118esima sessione. L’Ordine dei giornalisti della Lombardia, con voto unanime, ha infatti stabilito il reintegro dell’ex vicedirettore di Libero e collaboratore retribuito del Servizio segreto militare con nome in codice ‘Betulla’. Una scelta che, spiega Bonini, “oltraggia non solo la memoria di Giuseppe D’Avanzo” ma lo stesso giornalismo e i lettori. Alle dimissioni di Bonini sono seguite quelle di Pietro Suber, giornalista Mediaset, per le identiche motivazioni.

Secca la replica di Enzo Iacopino. “Carlo Bonini sbaglia bersaglio, sembra avere le idee confuse”, dice il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine. “Le critiche per il reintegro di Renato Farina infatti – spiega ancora Iacopino – vanno rivolte al consiglio regionale della Lombardia, che ha preso la decisione, non al consiglio nazionale”. Quanto alle parole dure nei confronti di Giovanni Lucianelli, “il garantismo di Bonini funziona a corrente alternata. Quel garantismo che va bene quando si parla di amici, ma va meno bene quando si parla di amici di altri”. Iacopino conclude affermando di trovare “intollerabili alcune delle affermazioni offensive espresse da Bonini nei confronti del consiglio dell’Ordine, per le quali trovo che debba scusarsi”.

Ad attaccare Bonini, pure Franco Abruzzo. “Enzo Iacopino, Carlo Bonini e Pietro Suber sanno che la Cassazione ha cancellato la delibera con la quale nel 2007 il Consiglio nazionale aveva radiato Farina. I consiglieri dell’Ordine di Milano a questo punto non avevano altra strada anche per evitare un processo penale (a loro carico) per abuso di ufficio e omissione di atti d’ufficio”, scrive sul suo blog.

Il Cdr di Repubblica, invece, difende la decisione dell’inviato e in un comunicato “ringrazia Carlo Bonini per il lavoro sin qui svolto come consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti e prende atto con amarezza delle ragioni che lo hanno indotto a rassegnare le dimissioni un anno dopo la sua elezione in Consiglio”. “Come colleghi e giornalisti di Repubblica, prima ancora che come componenti del Cdr del quale anche Carlo fa parte – si legge ancora – condividiamo in pieno i contenuti e le motivazioni della sua scelta. Siamo fermamente convinti che le battaglie intraprese da questo giornale e da Peppe D’Avanzo vadano difese ogni giorno, in ogni momento e in ogni sede da qualsivoglia tentativo di strumentalizzazione e ricordate ai lettori per vanificare i tentativi di chi cerca, con l’oblio, di cancellarle”.

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