Roma, 9 lug. (LaPresse) – Sono una costante minaccia di morte. Le fabbriche di fuochi d’artificio, spesso a conduzione familiare, sono teatro di centinaia di incidenti, anche mortali. I dati Inail sugli infortuni sul lavoro del 2012 fotografano una realtà allarmante: in 4 anni si contano 350 incidenti nel settore pirotecnico, con 24 morti, una media di sei morti l’anno. Ad essere colpito è soprattutto il Mezzogiorno, dove si è verificato il 60% degli infortuni e l’80% delle morti. Si tratta, denuncia l’Inail, di un settore caratterizzato da una struttura molto precaria e frammentata, con una media di meno di 2 addetti per azienda, e da un tipo di lavorazione a carattere prevalentemente artigianale e manuale. Il che rende estremamente pericoloso per gli operai manipolare quelle che spesso sono vere e proprie bombe pronte a esplodere. Prima di quello di oggi, ci sono stati altri incidenti gravi negli ultimi anni: in Ciociaria il 12 settembre del 2011 morirono 6 persone. Nel luglio 2004, cinque furono le vittime dell’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio a Giugliano, nel napoletano.
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