Firenze, 6 nov. (LaPresse) – “Sento nei miei confronti una persecuzione allucinante, senza senso. Sembra un incubo che va oltre ogni immaginazione”. E’ uno dei passaggi della dichiarazione spontanea resa oggi da Raffaele Sollecito nel corso del processo bis nell’aula della Corte d’Appello d’Assise di Firenze per l’omicidio di Meredith Kercher. Raffaele Sollecito è arrivato questa mattina in aula nel tribunale di Firenze per l’udienza in Corte d’Assise d’Appello nel processo bis per l’omicidio di Meredith Kercher. Raffaele e Amanda, coinquilina della giovane inglese uccisa a Perugia nel 2007, sono stati condannati in primo grado rispettivamente a 26 e 25 anni di carcere ma assolti in appello nel 2011. La Corte di Cassazione a marzo ha annullato le sentenze di assoluzione e ha deciso di rinviare Sollecito e Knox davanti alla Corte d’Assise d’Appello. Dopo l’assoluzione in secondo grado, Amanda Knox è tornata negli Stati Uniti e non è tornata in Italia per la riapertura del processo. Secondo Sollecito contro di lui sono state dette “cose completamente fuori dalla realtà, se non ridicole”. “Mi hanno descritto come un assassino freddo e spietato. Ovviamente – ha aggiunto – non sono niente di tutto questo”. Sollecito ha poi sottolineato come tutta la sua vita è stata distrutta ed ora è costantemente sotto osservazione: “Ricevo commenti di ogni genere e mi devo difendere dai media, la mia vita è continuamente sotto il giudizio di tutti. Anche le cose più semplici e banali. Qui in Italia sono costantemente sotto i riflettori, tutti mi conoscono. Anche cercare un lavoro è difficile perché qualunque azienda dovrebbe dire che sta prendendo Sollecito che è ancora sotto giudizio e che per il mondo è un probabile assassino”. “Tutto questo – ha spiegato – su di me ha avuto un impatto drammatico, anche a livello psicologico. E’ difficile guardare avanti ed essere positivo sul futuro. Ora vi chiedo di guardare la realtà della vicenda, considerare il grosso sbaglio che è stato fatto e darmi la possibilità di credere che è possibile avere una vita, perché al momento una vita reale non ce l’ho”.

Secondo Sollecito a portarlo in carcere è stata “una impronta di scarpa nel sangue ma la tesi è stata sbugiardata da un’altra perizia molto più precisa”. “Sono stato arrestato – spiega – per un coltellino a serramacico che avevo ma era solo un’illusione. Non era l’arma del delitto e anche questo è stato sbugiardado. Io non ho mai conosciuto Rudy Guede, non ci siamo mai incontrati in vita nostra. E anche i testimoni che ha portato chi mi accusava si sono rivelati dei mitomani e sono stati sbugiardati”.

Durante la dichiarazione, anche un accenno ad Amanda e alla loro relazione, descitta da Raffaele come il suo “primo vero amore”: “Io e Amanda eravamo agli albori di una storia spensierata, volevamo essere isolati nel nostro nido di questa piccola favola. Tutto ci poteva passare per la testa fuorchè essere così spietati nei confronti di un essere umano”.

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