Messina, 6 set. (LaPresse) – Si era guadagnato la fiducia dei fedeli e del parroco, per poi rubare gioielli per un valore di oltre 100mila euro. E’ successo nel messinese, a San Nicola di Gioiosa Marea, dove un sacerdote di origine kenyana è accusato di aver sottratto numerosi oggetti d’oro donati dai cittadini alla Madonna delle Grazie.

A metà agosto il parroco della chiesa gioiosana aveva denunciato ai militari un furto di monili, per un valore stimato di oltre 100mila euro. Le immediate indagini, hanno consentito, anche grazie all’ausilio di attività tecniche e di analisi dei conti correnti bancari, di identificare il sacerdote keniano quale autore del furto. Il religioso, nel recente passato, aveva prestato più volte il proprio servizio nel comune, soggiornando presso la parrocchia, e fornendo un supporto alle attività ecclesiastiche della comunità, diventando molto popolare tra i fedeli locali e guadagnandosi la fiducia incondizionata del parroco locale. I filmati delle telecamere hanno incastrato però l’uomo nell’aprile scorso, quando il sacerdote prima aveva coperto la camera e poi aveva rubato i monili. Circa dieci giorni dopo il furto, il sacerdote aveva fatto rientro a Roma presso la comunità religiosa di cui fa parte ed aveva effettuato una serie di versamenti in denaro contante presso il proprio conto corrente, concludendo le operazioni con un bonifico internazionale di circa 40.000 euro indirizzato ad un parente del suo paese di origine e lasciando subito dopo l’Italia per fare rientro in Kenya.

Solo ieri mattina il sacerdote ha fatto rientro in Italia ed i carabinieri della Compagnia di Roma-Trastevere, delegati dall’autorità giudiziaria di Patti ad effettuare una perquisizione domiciliare nei luoghi in cui l’indagato dimora nella Capitale, lo hanno atteso presso l’aeroporto di Roma-Fiumicino, accompagnandolo presso la propria abitazione. Nel corso della perquisizione venivano rinvenute e sequestrate alcune ricevute dei versamenti di denaro contante ed il bonifico effettuato nonché un computer portatile. Dopo le formalità di rito, veniva condotto e ristretto presso la Casa Circondariale di Roma Regina Coeli.

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