Città del Vaticano, 26 mag. (LaPresse) – “Attualmente la magistratura ha contestato a Paolo Gabriele semplicemente il reato di furto aggravato. Siamo ad uno stadio ancora iniziale del procedimento penale, perciò le quantificazioni di pene gravissime avanzate da alcune testate non hanno ragion d’essere”. Lo ha affermato padre Federico Lombardi,direttore della sala stampa vaticana, facendo riferimento alle notizie di stampa che riferivano di formulazioni d’accusa, come la violazione della corrispondenza di un capo di Stato e quindi l’attentato alla sicurezza dello Stato, per cui si configurerebbe una pena fino a 30 anni di carcere. Gabriele, aiutante di camera di Benedetto XVI, è accusato di essersi impossessato illecitamente di documenti vaticani rinvenuti nella sua abitazione nel territorio della Santa sede.

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