Strasburgo (Francia), 10 mag. (LaPresse) – Lo Stato dovrà risarcire le imprese che avevano realizzato il complesso immobiliare di Punta Perotti, sul lungomare di Bari. L’area, definita dalle associazioni ambientaliste “un ecomostro”, fu demolita nel 2006. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, disponendo un risarcimento per i costruttori di quasi 50 milioni di euro.
La sentenza di Strasburgo stabilisce che “lo Stato deve versare ai ricorrenti, entro tre mesi a partire da oggi”, 37 milioni di euro a Sud Fondi srl, 9,5 milioni di euro a Mabar Srl e 2,5 milioni di euro a Iema Srl. Decorsi i tre mesi, scatterà un tasso di interesse pari al tasso della Bce aumentato di tre punti.
Inoltre, stabilisce sempre la Corte, “lo Stato deve astenersi dal domandare ai ricorrenti il rimborso dei costi di demolizione degli edifici confiscati e dei costi di riqualificazione” e “non deve dare seguito alle richieste di danni” nella procedura civile di fronte al tribunale di Bari.
Il ricorso era stato avanzato a Strasburgo dagli stessi costruttori che sollevavano la contraddizione tra la misura punitiva della confisca delle aree (e relativa demolizione) e il riconoscimento (con l’assoluzione dall’accusa di abuso edilizio) del fatto che le licenze erano state concesse dal Comune di Bari. I giudici hanno dato loro ragione, disponendo il risarcimento.
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