Roma 15 feb. (LaPresse) – “L’esigenza è la specializzazione. I processi Thyssen ed Eternit sono andati così perche alle spalle c’è un’organizzazione attenta e specializzata. Noi vorremmo che questo fosse esteso a tutto il territorio”. Dopo la storica sentenza del processo Eternit per le vittime dell’amianto, oggi il sostituto procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, ha sostenuto la necessità di una procura nazionale per le malattie professionali e gli infortuni sul lavoro in un’audizione al Senato, nella commissione parlamentare d’inchiesta sulle morti bianche presieduta dal senatore Oreste Tofani. Insieme a lui è stato ascoltato anche il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli.
Per il pm torinese che ha istruito il processo che ha visto condannare in primo grado i vertici della multinazionale dell’amianto a 16 anni, il modello da cui partire è quello francese del Pool de la Santè, con una struttura che abbia competenza su tutta la penisola e contenga anche un osservatorio sulle malattie professionali che raccolga i casi sull’intero territorio nazionale. Quello messo in piedi a Torino ha analizzato finora 26mila casi solo in questa zona.
Con la proposta appoggiata anche da Caselli, Guariniello punta ad “approfondire, con analisi incisive e rapide, le grandi tragedie e di potenziare i controlli” in modo da “non limitarsi a operare a drammi consumati, ma di attuare sistemi di prevenzione, di cambiare le metodologie di indagine e di sostituire le vecchie con altre più sofisticate”. Non solo, ma i due magistrati vogliono “individuare i tumori diffusi su tutto il territorio nazionale per trovare le stesse cause in territori diversi attraverso la creazione di un osservatorio nazionale sulla sicurezza sul lavoro per potenziare le indagini e monitorare i singoli casi”.
La procura nazionale sulla sicurezza sul lavoro, in questa ottica, potrebbe “garantire parità di trattamento fra una Procura e l’altra ed evitare, così, il problema della frammentazione delle indagini” e “favorire l’apertura di nuovi scenari giudiziari per ora largamente inesplorati, su tutte l’introduzione di ulteriori fattispecie di reato come avvenuto nei processi Thyssen ed Eternit dove l’accusa si è concentrata sul delitto di omissione di cautele antinfortunistiche e sull’incriminazione per disastro, interno (agli stabilimenti) ed esterno (in aree private e pubbliche al di fuori degli stabilimenti, e presso le abitazione private dei lavoratori)”.
Guariniello entra poi nel merito, spiegando che l’obiettivo è anche quello “di favorire i rapporti del pubblico ministero con l’Inail e agevolare le non facili relazioni con le autorità giudiziarie degli altri Paesi”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata