Torino, 5 gen. (LaPresse) – “Era un impiegato modello. Preciso, puntuale, stimato, affidabile, con un buon ruolo. Non era assente quasi mai”. Così il capo del personale della Bienne di Moncalieri, Giovanni Giglio, ha descritto, ascoltato dai carabinieri, Dino Armarolli, 43 anni, che si è ucciso questa mattina sulla strada della Loggia, a Vinovo, dopo aver provocato un incidente stradale non grave. Armarolli stava andando al lavoro questa mattina. Faceva l’impiegato e si occupava di approviggionamento di materie prime.

I suoi colleghi lo avevano visto un po’ teso nei giorni scorsi, ma, essendo lui una persona “estremamente riservata”, non avevano indagato più di tanto. Secondo i familiari temeva di perdere il lavoro. La Bienne, che ha quattro stabilimenti in Italia nel settore dell’automotive, è in fase di ridimensionamento per via della crisi. Le fabbriche di Termini Imerese e di Cremona sono in cassa straordinaria dal primo gennaio e verranno chiuse.

“Ma a Moncalieri – spiega il capo del personale – non abbiamo mai preannunciato licenziamenti. Abbiamo chiesto nell’ultimo periodo tre settimane di cassa ordinaria ma abbiamo usato solo poche ore. Armarolli ne avrà usate pochissime, due, forse tre. Lo abbiamo fatto più che altro in via preventiva. Come tutte le aziende abbiamo delle difficoltà ma stiamo meglio di molte altre. Armarolli non ha mai litigato con nessuno, aveva un codice disciplinare lindo, da 10 anni lavorava con impegno e non era in mutua quasi mai”.

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