Torino, 6 nov. (LaPresse) – A undici anni dall’alluvione che nel 2000 provocò 23 morti e 11 dispersi e a pochi giorni dal dramma che ha sconvolto la Liguria e la Toscana, in Piemonte il Po torna a fare paura e la città di Torino e la provincia guardano con il fiato sospeso il grande fiume, nell’attesa della piena, che arriverà nella tarda serata di oggi. In un primo momento la protezione civile aveva previsto la portata massima delle acque intorno alle 3 della notte, ma la pioggia che per tutto il pomeriggio si è abbattuta sulla regione e che cadrà anche nelle prossime 12 ore ha portato gli esperti a prevedere la piena con qualche ora anticipo. I Murazzi, cuore della movida torinese, sono stati allagati e la passeggiata che costeggia il Po è coperta da questa mattina.

Allerta massima anche per i fiumi Stura e Dora Riparia. In città sono stati chiusi i ponti in via Bologna e in piazza Fontanesi e sono stati evacuati circa 70 pazienti dell’ospedale Amedeo di Savoia, costruito proprio in prossimità della Dora e da sempre considerato a rischio in condizioni di grave maltempo. Evacuato anche il campo nomadi lungo la Stura, in zona Barriera di Milano e il canile municipale in via Germagnano. Per precauzione domani resteranno chiuse le scuole, l’università e i centri diurni comunali.

La paura cresce anche in tutta la provincia di Torino, dove gli affluenti del Po si stanno ingrossando di ora in ora. Il torrente Orco è straripato tra San Benigno e Foglizzo, allagando i campi circostanti, ma senza provocare feriti. A Torre Pellice è crollato il ponte Albertenga, a causa della fuoriuscita del fiume Pellice. Il ponte, di proprietà comunale, era già stato danneggiato durante l’alluvione del 2008 e da ieri è presidiato dalla protezione civile torinese, che aveva dichiarato l’area off limits. Chiuse anche le provinciali 169 e 170 che portano a Prali, Salza e Massello. A scopo precauzionale sono state evacuate 100 persone residenti in uno stabile a Pianezza.

Moltissime strade statali e comunali sono state chiuse per allagamento o a scopo precauzionale e la maggior parte dei 215 comuni del torinese ha accolto l’invito del presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta a chiudere le scuole dell’obbligo. E proprio Saitta ha voluto riportare all’attenzione il problema delle risorse perché “se e non si interviene in modo strutturale, quello che è già capitato continuerà a capitare”.

Nell’alessandrino e nel cuneese, dove domani resteranno chiuse le scuole e l’università, a preoccupare è il Tanaro, che ha già raggiunto livelli di moderata criticità. Molte le persone evacuate e numerosi i ponti chiusi al traffico veicolare e pedonale. A valle del Po moltissimi comuni, come Crescentino, Trino e Castiglione, da sempre zone critiche in caso di maltempo, attendono la piena del fiume e fanno i conti con l’allagamento dei campi, delle aree golenali e con la difficoltà di spostamento.

Il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, che ha seguito l’evolversi della situazione insieme al responsabile nazionale della protezione civile, Franco Gabrielli, ha rinnovato l’invito ai piemontesi a non mettersi in viaggio e a “non andare nei pressi di corsi d’acqua”. Anche il sindaco di Torino, Piero Fassino, ha chiesto ai torinesi che da oggi sostano lungo le rive del Po, di “non mettersi inutilmente in condizioni di pericolo”.

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