Torino, 3 ago. (LaPresse) – Si infittisce il giallo su Paolo Pilla, il 34enne di Torino trovato morto ieri nei boschi attorno a Rivalba, vicino all’ansa di un torrente nei paraggi di una casa che aveva comprato da poco. La sua auto non si trova, nè a Torino, dove viveva in via Artisti, nè nella campagna dove si trova il rustico. Il ragazzo inoltre, sparito il 30 luglio, era stato visto dalla madre uscire di casa “per una questione di lavoro” con pantaloni scuri e una camicia. Da morto, seppellito sotto venti centimetri di terra, è stato trovato con un altro abbigliamento: pantaloni della tuta e maglietta bianca. Il terzo elemento misterioso è che Pilla è sparito dopo aver lasciato i suoi due cellulari a casa, spenti. La madre infatti, il 31 luglio aveva provato a chiamarlo, ma era sempre irraggiungibile. Poi aveva trovato i telefoni nel suo appartamento di Torino.
Pilla è stato colpito da un corpo contundente, secondo gli inquirenti. Ha una ferita sulla testa, nella parte destra. Vicino alla fossa in cui è stato sepolto è stata trovata una pala, senza tracce di sangue. I carabinieri stanno esaminando i tabulati telefonici dei suoi telefonini e stanno sentendo vari testimoni, tra cui vicini di casa, familiari, la ex fidanzata. Mistero anche sul ritrovamento del cadavere. Non era sola la ex fidanzata quando ha visto nei boschi un cumulo di terra da cui sporgeva un lembo di vestito. Era con Tony D’Andrea (interrogato questa notte dai carabinieri) il vicino di casa di Rivalba di Pilla.
La ex compagna, che da Pilla ha avuto un figlio che oggi ha 3 anni, ha riferito ai carabinieri di essersi molto preoccupata per la sua scomparsa e di essersi fatta accompagnare da D’Andrea nei boschi intorno al casolare perché lui conosceva bene la zona. Quella casa era da ristrutturare. Pilla la aveva comprata a un’asta fallimentare lo scorso dicembre (con base di 80mila euro). Dai carabinieri sono stati sentiti anche gli ex proprietari.
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