Il direttore dell'Istituto Spallanzani replica alle accuse su una presunta interferenza sulla sperimentazione di Sputnik

(LaPresse) “Mai, assolutamente mai, c’è stata alcuna pressione da parte dei russi, né dai loro rappresentanti, in nessuna forma. Se un mio collega avesse avuto veramente un’offerta del genere sarebbe andato subito dai carabinieri e all’autorità giudiziaria a denunciarlo”. Francesco Vaia, direttore dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani di Roma, replica a LaPresse alle accuse mosse dalla stampa riguardo una sua presunta interferenza sulla sperimentazione del vaccino russo Sputnik. “Non c’è stata nessuna sperimentazione – specifica -. Non è stata arruolata nessuna persona alla quale è stato inoculato il vaccino Sputnik. E’ stato solo uno studio di laboratorio tra sieri di persone vaccinate in Russia con lo Sputnik e persone vaccinate in Italia con Pfizer”.

“Per quanto riguarda l’incontro con l’ambasciatore russo (Sergey Razov, ndr), non c’è stato alcun incontro segreto, ma sono stato invitato ad un convegno insieme a tanti altri colleghi nel marzo 2021 a Milano”, aggiunge il professore. “Abbiamo sempre detto che dovevano essere le autorità regolatorie a vedere se questo vaccino dovesse essere autorizzato. Noi non eravamo il driver dell’autorizzazione di Sputnik, e non è questa la nostra missione. Non è costato nulla, ciascuno ha pagato il proprio, i russi per le loro spese e noi una spesa complessiva di 10 mila euro. Le tre colleghe russe non hanno mai avuto accesso a nessun dato sensibile. L’abbiamo fatto, ribadisco, avendo cura di avere, sia da parte del Garante della Privacy, sia dell’autorità transfrontaliera, tutte le autorizzazioni che serviva avere”, ha continuato il direttore dell’ospedale Spallanzani.

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