Così la senatrice a vita e sopravvissuta ad Auschwitz a pochi giorni dalle manifestazioni 'No green pass'
A pochi giorni dalle manifestazioni in tutta Italia dei ‘No green pass’ in cui i manifestanti spesso hanno esposto stelle di David con la scritta ‘non vaccinati’ paragonado le norme per limitare la diffusione del covid ad una discriminazione, parla la senatrice a vita e sopravvissuta ad Auschwitz Liliana Segre. I paragoni tra vaccini e green pass con la Shoah visti nelle piazze italiane sono “follie, gesti in cui il cattivo gusto si incrocia con l’ignoranza: siccome spero di non essere né ignorante né di avere cattivo gusto, non riesco a prendermela più di tanto. Dopo aver visto l’adorato viso di Anna Frank usato allo stadio (come adesivo antisemita dai tifosi della Lazio, ndr), non mi stupisco di nulla”. Segre ne ha parlato in una intervista a ‘Pagine Ebraiche’.
“Voglio in ogni caso sperare che quei manifestanti rappresentino una minoranza. Perché come si fa a non vaccinarsi con una malattia terribile come questa che ha ucciso senza distinzioni?“, si chiede ancora Segre che si rivolge a chi non fa parte di quel mondo no vax convinto, ma continua ad avere timore del vaccino. “La paura si supera”, “Se l’unica arma per combattere questa malattia è il vaccino, non ne conosciamo altre, e facciamo il vaccino allora. Io non ci ho pensato due minuti a farlo, anzi ero molto contenta”.
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