La proroga del divieto decisa dal Cdm è fino al 27 marzo

Spostamenti vietati tra una Regione e l’altra, di qualsiasi colore, ancora per 30 giorni, cioè fino al 27 marzo. E arriva anche lo stop alle visite da parenti e amici per chi si trova in zona rossa. In attesa del nuovo Dpcm – l’ultimo varato dal governo Conte scade il 5 marzo – il Consiglio dei ministri nella sua prima riunione operativa dopo l’insediamento ha approvato un decreto legge che proroga quanto già disposto dal precedente – che scadeva il 25 febbraio – con in più la stretta sulle visite nelle zone rosse.

“In considerazione dell’evolversi della situazione epidemiologica”, si legge nella nota di palazzo Chigi, viene prolungato al 27 marzo lo stop agli spostamenti tra Regioni e province autonome. Sempre permessi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute, e il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Sempre fino al 27 marzo, nelle zone rosse, non sono consentiti gli spostamenti verso abitazioni private abitate diverse dalla propria, salvo che siano dovuti a motivi di lavoro, necessità o salute. Non cambiano invece le regole per le zone arancioni e rosse. Restano consentiti in zona gialla all’interno della stessa Regione e in zona arancione all’interno dello stesso Comune, fino a un massimo di due persone, che possono portare con sé i figli minori di 14 anni, e le persone conviventi disabili o non autosufficienti. Nelle zone arancioni, per i Comuni con popolazione non superiore a 5mila abitanti, sono consentiti gli spostamenti anche verso Comuni diversi, purché entro i 30 chilometri dai confini.

Ora però, chiede il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, “c’è l’esigenza di due incontri urgenti fra il Governo e le Regioni. Il primo – spiega – a brevissimo termine sui contenuti che dovrà avere il prossimo Dpcm per il contenimento dell’emergenza Covid-19. Il secondo – per il quale comunque i tempi stanno stringendo – dovrà riguardare il lavoro di squadra che Governo e Regioni dovranno portare avanti per un efficace utilizzo delle risorse che saranno previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Ieri la conferenza delle Regioni ha inviato al governo le proprie proposte, che saranno oggetto di valutazioni innanzitutto da parte dei due ministri competenti, Roberto Speranza e Maria Stella Gelmini. I due intanto stamattina, a margine del Cdm, hanno incontrato il coordinatore del Cdm Agostino Miozzo. “Il sistema dei colori ha funzionato bene compatibilmente con la sofferenza dell’intero paese”, ha spiegato aggiungendo che la scelta di mantenere o meno l’attuale sistema compete alla politica. “Che ci sia una preoccupazione sulle varianti è ovvio, però mi pare di poter dire che il sistema di controllo, di intervento rapido, sta funzionando, deve essere forse consolidata questa capacità di intervenire tempestivamente, però ci stiamo lavorando”.

Intanto i ristoratori scendono in piazza a Roma per riaprire: “Se a mezzogiorno siamo idonei a rispettare e far rispettare le regole, perché non ci permettono di farlo anche alla sera?”. Davanti Montecitorio ci sono titolari di ristoranti, bar, guide turistiche che arrivano da ogni parte d’Italia. Al loro fianco si schiera la Lega: “è necessario ripensare il sistema delle chiusure dovute all’emergenza e permettere di lavorare per cena dove la situazione sanitaria è sotto controllo – chiede – Molte realtà di ristorazione rischiano la chiusura definitiva e perciò auspichiamo buonsenso riguardo queste scelte, è evidente che il covid non scompare all’ora di pranzo per ripresentarsi all’ora di cena”.

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