Dopo l’esonero di Luciano Spalletti è corsa al sostituto del ct dell’Italia, già a rischio eliminazione dai Mondiali 2026 dopo la pesante sconfitta contro la Norvegia, e già circola con insistenza il nome di Claudio Ranieri. Un’ipotesi che Fabio Capello promuove dopo avere stroncato la Nazionale.
“N0n c’è amore per la maglia azzurra”
“Sicuramente le cose non andavano bene, soprattutto il fatto che molti giocatori non volevano andare in Nazionale. Questa è una cosa molto brutta, non avrei mai pensato potesse succedere. Giocatori come Calafiori, che dicono che devono andare a curarsi e la settimana prima aveva giocato. Buongiorno la stessa cosa. Poi il caso Acerbi: non vengo perché l’allenatore mi dice che sono vecchio. Quando sento che non c’è amore per la maglia azzurra, mi viene un magone e una rabbia che spaccherei tutto”, ha detto Capello, allenatore ed ex commissario tecnico di Russia e Inghilterra, ospite di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1, nel giorno del delicatissimo match degli azzurri contro la Moldova (ecco dove vederla e le probabili formazioni) che segnerà la fine del percorso di Spalletti sulla panchina della Nazionale.
“La squadra non aveva un gioco – prosegue -, Spalletti voleva giocare in un certo modo, i giocatori invece non hanno assorbito gli schemi che lui voleva vedere in campo. Ho seguito gli Europei in Germania, è stata una cosa penosa, mi sono anche vergognato in certi momenti nel vedere una pochezza in campo di questo tipo. L’abbiamo rivista, c’è qualcosa che non funziona, qualcosa che Spalletti non è riuscito a dare alla squadra. Quando c’è questo contrasto, è difficile andare avanti. In questo momento i responsabili numeri uno sono i giocatori”.
“Ranieri è il nome giusto”
Degli assenti per vari motivi, chi può essere più utile in prospettiva? “Mi fa venire il nervoso sentire il loro nome. Uno che abbandona la Nazionale non sente l’amore e la responsabilità per la maglia azzurra, lasciamo perdere”, aggiunge Capello, che su Ranieri indiziato numero 1 commenta: “Ranieri è il nome giusto. Ha preso la Roma che non stava andando bene e ha fatto un miracolo. Ranieri è un uomo d’esperienza, che conosce tutti i giocatori della Nazionale ed è capace di entrare nella testa dei giocatori. Credo sia il più adatto a gestire la Nazionale, per esperienza e carisma”. Sul futuro di Spalletti subito su una panchina di Serie A, “dipende da lui, se ha subito voglia di rimettersi in gioco o vuole passare un anno a meditare sugli errori commessi. Dopo le sconfitte, rimettersi in gioco ti dà la possibilità di superare questo momento, ma non è facile. Dipenderà dalla sua sensibilità e dalla sua voglia di fare”, sottolinea Capello, che sulla differenza tra il ruolo di ct e quello di allenatore spiega: “È un altro mestiere, un altro lavoro. Devi cercare di trovare i migliori giocatori e farli rendere al massimo e di creare lo spirito di squadra. Per questo Ranieri è abile in questi punti. La cosa più importante sarebbe avere un gruppo storico di una squadra, in questo momento sembra che la cosa che rappresenti di più l’Italia sia l’Inter e quindi chiederei ai giocatori dell’Inter di riportare quello spirito di squadra che è mancato in questo momento”.
“Contro la Moldova non ci sono scuse”
Ora l’Italia non può più fallire se vuole tenere vive le speranze di qualificazione ai Mondiali. A cominciare dal match contro la Moldova: “I giocatori non possono nascondersi -rimarca Capello-. Ci vuole qualcosa di diverso. Devono correre, onorare la maglia azzurra e passare meno la palla al portiere e più al centravanti. Non ci sono scusanti. Questa sera voglio vedere l’animus pugnandi mancato in questo periodo. Voglio vedere gente che si aiuta. In un momento triste per Spalletti, sarebbe bello lasciare con una bella vittoria, magari con un bel vaffa, come a dire ai ragazzi ‘ma perché non l’avete fatto prima?!’”. “La passività dell’altra sera è stata una cosa bruttissima – prosegue Capello-. Ora non ci sono scusanti. Vogliamo rivedere nei giocatori corsa, gioco, aiuto al compagno di squadra. Quando si arriva a questo punto, la responsabilità è di tutti. Davanti a un disastro del genere, bisogna avere il coraggio di ammettere le proprie colpe. Nel nostro campionato, gli italiani giocano poco, non li fanno giocare. Si preferisce prendere stranieri, magari neanche così validi, che far giocare i nostri. Chi ha vinto il campionato, il Napoli, e chi è arrivato seconda con una finale di Champions, l’Inter, sono le squadre che hanno più giocatori italiani. Il Milan ne ha uno, la Juve due o tre. Non abbiamo il coraggio di far giocare i giocatori italiani e farli crescere. Senza parlare poi dei sistemi di gioco: ormai il dribbling è vietato. Non saltiamo più l’uomo. Tutto questo va ripensato nelle scuole calcio, in Federazione, a Coverciano”.
“Yamal in Italia non avrebbe giocato”
E riguardo le parole di Velasco e la sua provocazione ‘Uno come Yamal in Italia non giocherebbe’, ha concluso: “Ha ragione, in Italia non avrebbe giocato sicuramente all’età che aveva in prima squadra, non avrebbe fatto l’Europeo. Faccio un altro esempio: perché l’Ajax sforna giovani giocatori? Perché li mettono in campo, sbagliano e li rimettono in campo. Bisogna intravedere le qualità, il potenziale e le prospettive. Se si pensa solo al risultato, è molto difficile. Bisogna puntare sulla tecnica e noi l’abbiamo dimenticato”.
Graziani: “Ranieri medicina giusta”
Anche secondo ‘Ciccio’ Graziani, campione del mondo con l’Italia nel 1982, il possibile passaggio di consegne tra Spalletti e Ranieri potrebbe far bene all’Italia: “La Nazionale è sempre in una emergenza continua, anche questa è una situazione difficile ma penso che la sua pacatezza e capacità di fare calcio possano essere la medicina giusta“, ha detto Graziani riferendosi a sir Claudio.
Prima però, rimarca, c’è “una partita da vincere” contro la Moldova, “facendo più gol possibili perché poi tutto si può decidere nel confronto diretto con la Norvegia per la differenza reti”. “Fa male vedere una nazionale così, ma oggi in Europa non ci sono più squadre facili -riconosce Graziani-. Noi siamo l’Italia e non possiamo più sbagliare, questo è un periodo che non ci appartiene visto che solo nel 2021 abbiamo vinto un Europeo”, aggiunge.

