L'ex ct: "Necessario un accordo tra Figc e Lega Calcio"

“La Nazionale è considerata un peso? Da sempre. Quando ho fatto il ct la Lega aveva organizzato la Supercoppa in Giappone quando c’era un’amichevole della Nazionale. Già 15 anni fa non c’erano dei sani rapporti. La prima cosa è mettere d’accordo Figc e Lega. Basta parlare, basta rivangare le cose, dobbiamo capire come far crescere questo movimento. Quando c’è la nazionale tutti diventano tifosi, prima a nessuno frega niente. E 50 milioni di persone diventano ct. Perché non riusciamo ad esser coinvolti prima di questi eventi per arrivare preparati”. Così l’ex ct Cesare Prandelli, ospite di ‘Radio anch’io Sport’ sui Rai Radiouno sulla crisi del calcio italiano e il fallimento della Nazionale all’Europeo.

“Da 15 anni che diciamo le stesse cose”

“Quando succedono questi eventi, vediamo tutto nero”, prosegue Prandelli che aggiunge: “Sono più di 15 anni che stiamo dicendo le stesse cose, adesso è il momento di farle. Dobbiamo cercare di curare di più i nostri settori giovanili e i nostri centri federali, dobbiamo cercare di capire come far crescere il talento in Italia, perché c’è ma probabilmente soffocato da questo calcio geometrico che fin da bambini gli allenatori propongono”. 

“Troppe proprietà non italiane”

“C’è una crisi dei dirigenti in Italia? Questo è dovuto al fatto che ci sono molte proprietà non italiane”, prosegue Prandelli, “sono questi fondi di investimento gestiti da manager e quindi trovano difficoltà a rapportarsi con un calcio che per loro è una cosa diversa. Dobbiamo formare anche nuovi dirigenti, sono tante le cose da fare, ma se non iniziamo continuiamo a ripetere le stesse cose. Bisogna partire subito, senza mettere in discussione Gravina e Spalletti, che non c’entrano nulla. Qui il problema è il movimento calcio in generale”. 

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