"Ci abbiamo sempre creduto", ha detto il tecnico nerazzurro, più volte messo in discussione durante l'anno

Simone Inzaghi dall’inferno al paradiso in 180 minuti costruiti alla perfezione. Dopo 13 anni l’Inter torna in finale di Champions League e lo fa con un tecnico che fino ad un anno fa era finito sul banco degli accusati per aver gettato al vento, a Bologna, lo scudetto. Il calcio ha la memoria corta ma Inzaghi certamente non dimentica le incomprensioni e gli assordanti silenzi che hanno tratteggiato larga parte della stagione e ora si prende la sua rivincita in un’altra delle sue notti magiche. Il tecnico re di Coppe – infallibile o quasi tra Coppa Italia e Supercoppenon sempre si è sentito ‘protetto’ dalla dirigenza ma non ha mai mollato la presa, restando fedele a se stesso e al suo stile di gioco. E si è messo in tasca il biglietto per Istanbul con il quale potrà ora suscitare l’interesse di qualche top club.

La dirigenza per mesi non è sembrata per nulla contenta del rendimento della squadra e del lavoro del tecnico dalla forza tranquilla e a volte è sembrato che Inzaghi non avesse il supporto atteso. Ma una finale Champions cambia d’incanto le prospettive e non a caso sono arrivate subito le parole di Zhang che fanno presagire ad una rapida riconferma. “Era un sogno e noi ci abbiamo sempre creduto” ha ripetuto poche ore dopo la vittoria sul Milan ma in verità a crederci davvero è stato proprio lui che prima degli ottavi contro il Porto si era sbilanciato ipotizzando la vittoria in Champions.

11 sconfitte in campionato e la finale di Champions

Ora manca l’ultimo gradino. Questa è la stessa Inter che ha perso in campionato 11 volte, numeri che confermano il Dna di un squadra capace di tutto, anche di risorgere e raddrizzare stagioni che sembravano stregate. “Inzaghi ha tirato fuori il meglio della sua squadra al momento giusto, è stato un grande exploit quello dell’Inter e del suo tecnico. É un allenatore abbastanza aperto e non preclude niente, che bada al risultato”, è l’attestato di stima di Dino Zoff, ex tecnico che conosce bene le qualità dell’ex attaccante della Lazio. “Un uomo di Coppe? Finora è stato così ma anche in campionato si vedrà”, ha aggiunto il portierone azzurro. In casa Inzaghi è difficile contenere la soddisfazione.

Poco dopo il fischio finale del derby di ritorno vinto c’è stata anche la telefonata di congratulazioni del fratello Pippo: “Simone e Filippo si sono sentiti dopo la partita – ha confermato papà Giancarlo – e io ho parlato con lui dieci minuti dopo il fischio finale e alle due di stanotte quando è rientrato. Era molto soddisfatto, e noi anche. Ora relax dopo tanta tensione”. La stessa che ha vissuto un tifoso eccellente come Paolo Bonolis che sogna in grande “Ora siamo pronti per rompere le uova nel paniere, così magari facciamo una bella frittata, oppure gli altri con le uova ci festeggeranno Pasqua”, ha commentato il conduttore che considera una “underdog imprevista ma pericolosa per chiunque”.

Inzaghi ha usato il campionato per arrivare il più lontano possibile in Champions e ora non intende fermarsi. “Chance per arrivare in fondo? Nel reparto offensivo ha attaccanti che si possono alternare. Inzaghi adesso è passato dall’inferno al paradiso – ha sottolineato l’ex attaccante nerazzurro Roberto Boninsegna -. L’anno scorso abbiamo perso lo scudetto per colpa sua, quest’anno inaspettatamente e per fortuna a sette partite dalla fine la squadra ha cominciato a giocare. Sta concludendo alla grande in campionato e questo gli ha fatto bene per arrivare in Coppa in maniera splendida”. E Inzaghi non ha ancora finito il lavoro.

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