Nella semifinale di andata allo Stadium vantaggio degli spagnoli al 26'. Il gol del difensore arriva al '97

Novanta e passa minuti di sofferenza e fatica, confusione e paura. Poi ci pensa Gatti, l’uomo meno atteso, a rimettere in piedi all’ultimo respiro una Juve a un passo dal baratro. La zuccata al 97′ del difensore subentrato all’infortunato Bonucci evita ai bianconeri una sconfitta interna che avrebbe complicato non poco la strada verso la finale di Budapest. Perché il Siviglia, che dell’Europa League ha fatto il suo giardino di casa con sei trionfi complessivi, aveva fatto valere la propria esperienza e il proprio feeling con questa coppa per gran parte della partita. La zampata di En-Nesyri a metà primo tempo aveva tramortito una Juve brutta e confusa, incapace di risalire la corrente dopo un paio di fiammate incoraggianti in avvio. Il pareggio raccolto sul gong, al termine di un match arruffato e caotico, lascia invece aperto ogni qualificazione, anche tra una settimana in Spagna servirà tutta un’altra Juve per staccare il pass per la finalissima del 31 maggio.

E’ solo il primo round di una sfida da 180 minuti, ma le due squadre mettono da parte i tatticismi di rito quasi subito, affrontandosi a viso aperto. Le occasioni fioccano, gli errori pure, da una parte con Ocampos, transitato in Italia tra Milan e Genoa senza lasciare un gran ricordo, dall’altra con Vlahovic, rilanciato dal 1′ accanto all’intoccabile Di Maria. Il Siviglia concede spazi di cui la Juve non approfitta, pur affondando spesso e volentieri sulla corsia mancina con Kostic. Il serbo fallisce la prima opportunità con un diagonale impreciso, il compagno di nazionale fa peggio vanificando due situazioni favorevoli. Il rovescio della medaglia di una Signora propositiva in avvio è l’eccessiva e inconsueta disattenzione in difesa, con Ocampos che di testa per due volte impegna Szcesny, mentre al terzo tentativo l’argentino, liberato da una sponda di En Nesyri, manda incredibilmente a lato. I bianconeri però faticano e a metà primo tempo incassano l’1-0 con il più classico dei contropiedi, ben perfezionato dagli andalusi con l’invito di Ocampos, il velo di Bryan Gil e la stoccata di En Nesyri, al quarto centro in Europa League. La Juve accusa il colpo, rispetto all’avvio lascia il pallino del gioco in mano agli spagnoli e non riesce più a trovare la linee di passaggio dei primi minuti per rendersi nuovamente pericolosa. Anche perché il cambio conservativo Ocampos-Montiel effettuato da Mendilibar per un problema fisico occorso all’attaccante restituisce un po’ di equilibrio sulla corsia destra agli ospiti.

Bonucci e compagni annaspano, non a caso il Siviglia va a un soffio dal raddoppio in chiusura di frazione con un tiro a giro da fuori area dello scatenato En Nesyri, e così Allegri ribalta la sua squadra già durante l’intervallo, inserendo la sfrontatezza e la freschezza di Chiesa e Iling-Junior. Con l’uscita di scena di Kostic e Miretti la Juve si ritrova con un giocatore offensivo in più e ne trae immediato beneficio, più che altro in termini psicologici dopo il buio di buona parte del primo tempo. L’inglese dà la scossa con qualche giocata di prestigio, anche se nel concreto i padroni di casa non riescono a creare insidie dalle parti di Bounou. Allegri così tenta il tutto per tutto inserendo anche Milik e Gatti (per l’infortunato Bonucci) e nei venti minuti finali pure Pogba per uno spento Di Maria. Nonostante la pressione, però, la Juve non sfonda. Almeno fino all’ultimo secondo, quando il meno atteso dei subentrati con una zuccata da zero metri su sponda aerea di Pogba tiene in vita le chance di qualificazione per la finale.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata