Un Genoa coraggioso, per due volte in vantaggio, ma due volte raggiunto

Nonostante il clima surreale all'Olimpico, di contestazione e protesta. Nonostante la serata da incubo di Olsen (che regala due gol, uno per cortesia lo toglie il Var). Nonostante un Genoa coraggioso, per due volte in vantaggio e due volte raggiunto. Nonostante tutto ciò, la Roma – con le spalle al muro – si scrolla di dosso le difficoltà dell'ultimo periodo e vince 3-2 in rimonta, con cattiveria e carattere, una partita di importanza cruciale per la propria stagione e per la panchina di Di Francesco. Che è salva, almeno momentaneamente, perché i difetti capitali di una squadra tuttora incompiuta sono apparsi evidenti anche contro i liguri, che escono con un pugno di mosche in mano e con qualche recriminazione di troppo per un rigore evidente non concesso a Pandev nel recupero.

Nel suo personale dentro o fuori Di Francesco ribalta la Roma. Il modulo adottato è il 3-4-3, con Kolarov e Florenzi sugli esterni. Davanti l'escluso eccellente è Patrik Schick, al suo posto c'è il jolly Zaniolo come falso nove, affiancato da Under e Kluivert. Prandelli risponde con un 3-5-2 con Kouame-Piatek tandem offensivo.

Si gioca in un clima surreale, complice il silenzio in segno di protesta della Curva Sud per i primi 10'. E fin dalle prime battute è chiaro che le due squadre abbiano poco equilibrio in campo e compattezza tra i reparti. La Roma è distratta, gioca con un macigno attaccato ai piedi, e al 17' la situazione si complica. Hiljemark ci prova dalla distanza, Olsen non trattiene il pallone, Piatek si avventa come un falcio e in scivolata sulla linea insacca. A scuotere dal torpore i capitolini ci pensa Fazio, uno dei leader difensivi. L'argentino calcia sull'esterno della rete al 25' una palla sporca, poi aggiusta la mira e cinque minuti più tardi gira in rete come un centravanti navigato il suggerimento sfizioso di Zaniolo su punizione di Florenzi. Proprio nel momento in cui sembra rivedere la luce i padroni di casa ripiombano nello sconforto. Sugli sviluppi di un corner la difesa della Roma è ferma, Sandro sbuca sul primo palo e prolunga su quello opposto per Hiljemark, che brucia Florenzi e insacca da distanza ravvicinata. Nuovamente con le spalle al muro, ma nuovamente capace di metter la testa fuori con l'acqua alla gola, la Roma acciuffa il 2-2 sul gong del primo tempo. Kluivert sceglie il momento migliore per sbloccarsi e trovare il primo gol in campionato con una splendida azione personale che si conclude con un diagonale chirurgico che trafigge Radu.

Nella ripresa il quadro non cambia. Le due squadre sono tutto fuorché organizzate e le occasioni fioccano, nonostante il quarto d'ora di pausa. Da una parte e dall'altra. Radu pasticcia, Under calcia tanto forte quanto impreciso non trovando lo specchio della porta. Al 4' Genoa di nuovo in gol con un tiro a giro di Lazovic che sorprende Olsen, nuovamente impreciso. Dopo un lungo consulto al Var però l'arbitro annulla per un precedente fuorigioco di Piatek. La svolta arriva al 14'. Cristante scambia per vie centrali con Kluivert, che gli restituisce il pallone: il centrocampista non se lo fa chiedere due volte e dal limite dell'area di prima intenzione trafigge Radu con una conclusione potente e precisa, segnando la seconda rete consecutiva. È la spallata decisiva al match, perché una volta avanti nel risultato la Roma non si fa più raggiungere. Anzi sfiora il colpo del ko al 38' ancora con Cristante, che da due passi spedisce sul palo la corta respinta di Radu sulla conclusione non così entusiasmante di Kolarov. Nel finale gli spettri di Cagliari tornano a spaventare Florenzi e compagni, ma Pandev grazia al 44' i giallorossi spedendo alto da posizione favorevole. E, in pieno recupero, l'arbitro Di Bello nega un rigore solare al Genoa per una spinta evidente di Florenzi sullo stesso Pandev. Questa volta la Roma si salva, ma la strada verso la guarigione è ancora molto molto lunga.

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