I bianconeri hanno scavato un solco in classifica, nell'autostima generale e nella testa di chi si fregiava del titolo di 'anti'
Forse è presto per sentenziare che la Juventus dopo un mese e mezzo di campionato abbia già vinto lo Scudetto, ma di sicuro il successo nello scontro diretto contro il Napoli ha scavato un solco: in classifica (7 su 7 e vantaggio di 6 punti), nell'autostima generale e nella testa di chi si fregiava del titolo di 'anti' e si è ritrovato al cospetto dei propri limiti.
La sensazione che per adesso i campioni d'Italia siano troppo forti per tutti, partenopei compresi, si è materializzata istante dopo istante, azione dopo azione, gol dopo gol. La Juventus è più in tutto, persino senza le reti di Ronaldo, che è incredibilmente bravo però non ancora il marziano di Madrid: non ha segnato, CR7, ma ha propiziato la doppietta di Mandzukic e il terzo sigillo di Bonucci. Viene da immaginarsi cosa accadrà quando anche lui avrà metabolizzato la serie A, il nuovo contesto tattico e comincerà a giocare in scioltezza.
E' stata una partita intensa e veloce, non proprio bellissima ma gradevole. La pugnalata di Mertens dopo 10 minuti (dormita di Bonucci e Alex Sandro, ottimo assist di Callejon) ha spostato appena il risultato e abbastanza gli equilibri, nel senso che la Juventus ha dovuto accelerare il disbrigo degli affari più o meno urgenti per evitare insidiose degenerazioni. Lo schiaffo, in effetti, ha destato i bianconeri che forse si illudevano di aver ancora a che fare con il Frosinone o con il Bologna, insomma che bastasse il minimo sindacale per vincere.
Invece no, la squadra di Ancelotti, quando sta corta, quando riparte veloce, può creare disagi (esempio il palo di Zielinsky al 6'), soprattutto se chi sta di fronte non viaggia lesto con gambe e cervello. Però la Juventus è di un'altra categoria. Il segnale del risveglio, come al solito, lo ha dato Ronaldo, non tanto con le sue conclusioni quanto con l'assist che ha consentito a Mandzukic di pareggiare dopo altri 10 minuti interpretati decisamente in maniera diversa.
Non che la Juventus stesse giocando male, però nessuno riusciva a emergere sugli altri, nè i laterali bassi (Cancelo e Alex Sandro), né i centrocampisti, né gli attaccanti. Tra questi ultimi, è stato impalpabile Dybala, sia sotto il profilo dell'intraprendenza sia sotto quello della pericolosità. L'idea che la Joya sia in continua fase 'up and down' è ormai dominante, al punto che dopo mezz'ora c'era già Bernardeschi al riscaldamento, quasi che Allegri avesse voluto spedire un messaggio all'argentino: o cambi o ti cambio.
Il Napoli non è mai uscito dalla partita, nemmeno quando la Juventus ha cominciato a martellare ed è andata vicina al raddoppio con una punizione di Ronaldo che ha mezzo scassato Opina, nemmeno quando l'assalto è diventato martellante, nemmeno dopo che (4' della ripresa), sul palo colpito da Ronaldo si è di nuovo avventato Mandzukic per la rete del sorpasso. La formazione di Ancelotti, infatti, ha provato a reagire con una discreta dose di rabbia, ma il rosso a Mario Rui per doppia ammonizione ha reso la rimonta complicatissima, un'ascensione sull'Annapurna con le infradito. Non a caso è giunta la terza rete di Bonucci, sempre via Ronaldo, e molte altre chance mentre la curva degli ultras bianconeri intonava per scherno O' surdato 'nnammurato.
JUVENTUS-NAPOLI 3-1 CRONACA | FOTO | PAGELLE
10' Mertens (N), 26' e 48' Mandzukic (J), 76' Bonucci (J)
JUVENTUS (4-3-1-2): Szczesny; Cancelo, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro; Emre Can (62' Bentancur), Pjanic, Matuidi; Dybala (64' Bernardeschi); Mandzukic (84' Cuadrado), Ronaldo. All. Allegri.
NAPOLI (4-4-2): Ospina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Mario Rui; Callejon, Allan, Hamsik (70' Ruiz), Zielinski (61' Malcuit); Insigne, Mertens (61' Milik). All. Ancelotti.
ARBITRO: Banti di Livorno
NOTE: Ammoniti Koulibaly (N), Hysaj (N), Bonucci (J), Insigne (N), Cancelo (J), Akex Sandro (J). Espulso per doppia ammonizione Mario Rui (N) al 58'.
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