Riuscirà Mazzarri a riportare la quiete dalle parti del Filadelfia?

In principio fu Gianni De Biasi, artefice nel 2006 dell'immediato ritorno in Serie A e cacciato a settembre ad appena tre giorni dal debutto nella massima serie. L'ultimo, in ordine di tempo, è invece Sinisa Mihajlovic, a cui è stata fatale la sconfitta nel derby di Coppa Italia maturata all'Allianz Stadium contro la Juventus. In oltre dieci anni di presidenza Cairo – eccezion fatta per il quinquennio d'oro di Ventura – le porte delle stanze dei bottoni del Torino sono sempre state girevoli. Sia per quanto riguarda la guida tecnica che dietro la scrivania.

La promozione in A non basta all'ex ct dell'Albania per rinsaldare la propria panchina all'ombra della Mole. Al primo soffio di vento (un precampionato non ritenuto all'altezza) Cairo decide di cambiare affidandosi all'esperienza di Alberto Zaccheroni. La squadra non parte bene, si risolleva in autunno per poi perdersi definitivamente in inverno, tra gennaio e febbraio. Le sette sconfitte consecutive costano il posto a 'Zac'. Tocca così proprio a De Biasi guidare i granata fuori dalle sabbie mobili della bassa classifica. L'anno successivo Cairo riparte da Walter Novellino, reduce dalla bella esperienza alla Sampdoria. Assieme a lui arrivano anche Stefano Antonelli come ad e Fabio Lupo come ds. Anche in questo caso però l'annata non si conferma all'altezza delle aspettative: 'Monzon' viene esonerato a cinque giornate dalla fine. Ancora una volta il Toro viene condotto alla salvezza con una giornata d'anticipo da De Biasi, al secondo ritorno dopo l'esperienza in Spagna con il Levante.

L'ottimo finale di stagione convince Urbano Cairo a puntare nuovamente proprio sull'ex allenatore del Brescia, assistito in qualità di ds da Mauro Pederzoli. Il nuovo Toro targato De Biasi stenta però a decollare e a dicembre, dopo un tonfo interno con la Fiorentina (1-4) arriva l'esonero. Al suo posto i vertici piemontesi richiamano Novellino, mentre a gennaio viene ingaggiato Rino Foschi, proveniente dal Palermo, come uomo mercato.

La scossa tuttavia non arriva e a marzo i granata optano per l'ennesimo ribaltone con il ritorno del grande ex Giancarlo Camolese. Il Toro però non riesce a risalire la corrente e a fine stagione torna in Serie B. In quello che doveva essere l'anno del rilancio Cairo riparte con un allenatore emergente, Stefano Colantuono. Dopo un buon inizio però i granata si inceppano in inverno al punto che l'attuale allenatore della Salernintana viene rimpiazzato, prima di essere a sua volta richiamato a gennaio, da Mario Beretta. Proprio nel dicembre 2009 si registra l'arrivo di uno dei punti fermi del Toro che verrà: Gianluca Petrachi, inizialmente affiancato al più esperto Rino Foschi. La rosa viene rivoluzionata a gennaio e scala la classifica in primavera, guadagnandosi un posto ai playoff. La finale vede però prevalere il Brescia. In estate così si riparte per l'ennesima volta da una nuova guida tecnica. Questa volta il prescelto è Franco Lerda, nome gradito alla piazza anche per i suoi trascorsi in granata. La formula non si rivela però quella giusta, e l'avvicendamento con Giuseppe Papadopulo non porta gli effetti sperati. Sarà così lo stesso Lerda a concludere la stagione perdendo il treno playoff proprio nell'ultima giornata di campionato. Con i tifosi che, spazientiti, arrivano a contestare pesantemente la squadra.

All'alba della stagione 2011/12 Cairo, dopo aver scelto due profili emergenti come Colantuono e Lerda, per tornare in Serie A punta su un tecnico navigato come Gian Piero Ventura. Il binomio si rivelerà vincente e quanto mai azzeccato, al punto che dopo la promozione arriverà anche uno storico settimo posto nel 20013/14 con tanto di qualificazione in Europa League, fino alla cavalcata europea culminata con il trionfo di Bilbao (prima squadra italiana a riuscire nell'impresa) e l'approdo agli ottavi di finale nell'anno successivo. Senza contare i giocatori valorizzati sotto la Mole, da Darmian a Zappacosta passando per Immobile e Belotti. Dopo cinque anni intensissimi le parti decideranno di separarsi consensualmente nella primavera 2016: per Ventura si apriranno i cancelli di Coverciano, mentre il Torino ripartirà da Mihajlovic, voglioso di rifarsi dopo l'infelice avventura al Milan. Diciotto mesi più tardi, per il Toro è tempo di un nuovo restyling. Riuscirà Walter Mazzarri a riportare la quiete dalle parti del Filadelfia?

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