Nel mirino della polizia sono finite 26 persone, 41 gli indagati

Ultras dell'Atalanta, italiani e stranieri, dediti allo spaccio all'interno della tifoseria, ma non solo. Nel mirino della polizia sono finite 26 persone, di cui 11 custodie cautelari in carcere, tutti italiani tranne un cittadino albanese e uno serbo, supporter della squadra bergamasca. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di traffico e spaccio di droga, estorsione, rapina, nonché resistenza a pubblico ufficiale, per gli scontri nel gennaio 2016, nel centro di Bergamo, dopo la partita contro l’Inter.

 

Tra gli indagati, 41 in tutto, anche un settantatreenne e un sessantatreenne e il figlio di un magistrato. Dalle indagini, avviate nel settembre 2015, è emerso che gli ultras, prima di assistere alla partita, acquistavano e assumevano droga, soprattutto cocaina, nei pressi dello stadio o addirittura al suo interno, incappucciandosi per poi compiere azioni violente. Gli agenti hanno sequestrato a casa di uno degli arrestati 10 kg di marijuana e 4 di hashish. Lo spaccio avveniva soprattutto in due bar vicino allo stadio. L’operazione è stata denominata 'Mai una gioia' dallo slang usato dagli arrestati, che erano soliti ripetere come un mantra la frase, riportata anche in uno striscione in curva. Sono, inoltre, 30 i destinatari di Daspo e 10 provvedimenti di sospensione della licenza nei confronti di altrettanti gestori di esercizi commerciali bergamaschi. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata