Intervista allo scrittore e tifoso partenopeo che rifiuta tesi semplicistiche: Chi parla di regia occulta quali prove ha?
Sabato sera, centro di Napoli, a pochi metri da lungomare. Due malviventi su uno scooter si avvicinano a un'auto con quattro giovani a bordo. Puntano la pistola in faccia all'autista, gli rubano il rolex, due bracciali alla moglie, soldi in contanti. "Dedicami un gol lunedì nella partita del Napoli a Firenze", l'ultima frase prima di scappare. Perché alla guida di quell'auto c'è Lorenzo Insigne, attaccante degli azzurri. Ed è subito polverone, anche perché non è la prima volta che nelle mire dei criminali finisce un giocatore: l'ultimo episodio fu ai danni di Zuniga, nel 2014. "Ma quale camorra, che ha ben altri modi meno plateali, se vuole recapitare un messaggio", dice a LaPresse lo scrittore, e grande tifoso partenopeo, Maurizio De Giovanni. "Chi parla di regia occulta quali prove ha? Io sono un romanziere, mi piacerebbe conoscere la trama".
De Giovanni, la rapina a Lorenzo Insigne è diventata un caso nazionale.
Il disagio sociale è metropolitano e occidentale, e non esiste un'area metropolitana che comprende due milioni e mezzo di persone che non abbia dei delinquenti. Succede a tutte le latitudini. Quello che comincia a irritare è quello che viene fatto quando si parla di Napoli, cioè che tutto viene continuamente ricondotto a situazioni immaginarie tutto quello che succede, e che succede anche altrove.
Vero, succede anche altrove. Però Napoli ha sempre avuto una certa fama.
Napoli è città complessa, con situazioni di disagio sociale ed economico che derivano dalla mancanza di lavoro, da politiche nazionali che spesso hanno trascurato completamente la città. Non esiste la rapina a Insigne: è una rapina, da parte di due persone ottuse non pienamente in possesso delle proprie facoltà mentali.
Però il rapinato era Insigne.
Cercare di dare a questo evento un peso maggiore di quello dato alla casa di Pogba svaligiata dai ladri mentre giocava a San Siro, alla rapina a Icardi con tanto di pistola puntata in faccia a Milano, o alla rapina a Llorente a Torino è semplicemente un'idiozia. Tanto più idiozia è cercare di riconoscere in una presunta sequenza di rapine per altro in avvenute in un arco temporale di 5 o 6 anni una regia della camorra.
Non c'è una regia, secondo lei?
Se una regia c'è è proprio nel modo di dare un'informazione sbagliata, di dare risonanza e diffusione a teorie prive di qualsiasi fondamento.
Eppure la teoria della strategia della camorra ha diversi sostenitori anche a Napoli.
Ognuno si assume la responsabilità di dire quello che vuole. Io non voglio, non posso, non debbo e vorrei che tutti non dicessero cose che non hanno fondamenti. Se esistono gli elementi si informi la magistratura. Io mi preoccuperei di trovare le prove, prima di lanciarmi in ipotesi di questo tipo sui giornali e parlare in questa maniera di una città in crescita, che sta faticosamente uscendo dal medioevo proponendo turismo, iniziative culturali ai massimi livelli italiani. Cresce la trasparenza, oggi al Comune non esiste una torbida metodologia nella gestione degli appalti, è questo che è indice di una metodologia, è questa la regia.
Nessun piano occulto della malavita, dunque?
Io sarei molto sorpreso che un rapinatore su un motorino sia inviato dalla camorra per fare paura a Insigne, a meno che chi dice queste cose non abbia elementi che lo dimostrino. Io credo che la camorra abbia modi molto meno plateali per esprimere e imporre la sua volontà. Se invece è vero, qualcuno ci deve spiegare perché e come avviene.
L'associazione Napoli e camorra viene piuttosto facile.
Io lo trovo francamente una schifezza. Napoli è il castello dell'orrore del luna park Italia. Io ho quasi 60 anni e a me non è mai successo niente, il che non vuol dire che non accada e possiamo parlare per mesi di tutto quello che può succedere e quali sono le motivazioni, ma una rapina a Insigne non significa che Napoli sia gomorra. Ci sono indagini in corso, condotte dalle nostre forze dell'ordine che sono ai massimi livelli quanto ad abilità.
Bruscolotti, ex capitano del Napoli, ha detto che ai tempi suoi e di Maradona si sentivano intoccabili. Ora qualcosa è cambiato?
Due ragazzi sul motorino, magari imbottiti di droga, si avvicinano a Insigne perché lo identificano come persona ricca, quindi vittima ideale. E' una vicenda grave ma non è emblematica di nulla se non di se stessa, non vedo nemmeno come si possa attuare una prevenzione contro due rapinatori in motorino, non basterebbe nemmeno un'occupazione militare. Se vogliamo il furto in casa Pogba è un atto molto più meditato di due ragazzi. Questo non toglie gravità all'evento. Il problema c'è ed è di estrema serietà ma di qui a farlo diventare simbolo di un cancro in un paese in cui tutto invece funziona ce ne passa.
Pare che il rapinatore abbia chiesto a Insigne di dedicargli un goal.
E' un'ulteriore dimostrazione che questi erano fuori di testa, senza nessun equilibrio da nessun punto di vista. Si tratta di due delinquenti abbastanza stupidi che hanno fatto bravata che pagheranno, perché se c'è qualcosa di diverso è che questi saranno oggetto di un'indagine particolarmente attenta.
Resta però che la camorra è tornata a sparare anche in centro.
La camorra spara se non ha il controllo del territorio, ha detto bene Erri De Luca. Ed è anche un risultato del lavoro straordinario che hanno fatto le forze dell'ordine in questi anni.
Oltre a Insigne, però, altri giocatori sono stati rapinati in passato. Anche in quei casi non c'entrava la camorra?
Ma come si fa a trovare un filo conduttore tra eventi lontani tra loro? E quale sarebbe? Sarei interessatissimo ad avere una storia, perché lo dovrebbero fare, per costringere i giocatori ad andare via da Napoli? Il Napoli che va bene fa girare soldi, fa bene a tutti. Da romanziere sarei curioso di conoscere la trama di questo complotto.
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