L'appello del presidente dell'Ordine nazionale dei Biologi: "Si fermi l'assurda strage di mufloni"

Allarme per l’eradicazione dei mufloni al Giglio, che inizia oggi. “Il governo ed il ministero della Transizione ecologica intervengano per impedire l’assurda strage dei mufloni dell’isola del Giglio“. A lanciare l’appello è il senatore Vincenzo D’Anna, presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi, puntando il dito contro il progetto ‘Letsgo Giglio‘, adottato dall’ente Parco Arcipelago Toscano, “che prevede l’eradicazione di questa ed altre specie, considerate non autoctone e dunque inutili o dannose per la biodiversità in quanto danneggiano le produzioni agricole in modo irreparabile”.

Cosa dicono gli agricoltori

“Un’accusa – spiega D’Anna – in gran parte smentita dagli stessi agricoltori dell’isola in provincia di Grosseto, i quali lamenterebbero danni esigui (e ristori ancora più bassi) a causa dei mufloni”. Eppure “da domani, lunedì 22 novembre – prosegue il rappresentante dei biologi italiani – un team di cacciatori sbarcherà al Giglio per abbattere a fucilate i pochi esemplari di ‘grandi pecore dalle corna’ rimasti sull’isola (una trentina di capi)”.

Biodiversità al Giglio

“Come biologi – rincara la dose D’Anna – stentiamo a comprendere la ratio di una soluzione così dura e cruenta, contro la quale si sono già mobilitati la Lav ed il mondo dell’associazionismo. La ricchezza della biodiversità, infatti, va sempre tutelata e curata, a prescindere dalla provenienza della specie”. Molto meglio, conclude D’Anna: “sarebbe stato procedere, ad esempio, con campagne di sterilizzazione mirate o con l’istituzione di riserve protette in cui lasciare vivere liberamente ed in pace questi animali”. “L’ONB è pronto a mettere in campo una ‘task-force’ di esperti per contribuire a trovare una soluzione alternativa a quella che si preannuncia, a tutti gli effetti, come una vera e propria choccante mattanza” conclude D’Anna.

“Non possiamo che esprimere sdegno verso amministrazioni pubbliche che pretendono di risolvere un problema di convivenza uomo animale dando l’autorizzazione a sparare e a uccidere animali inermi”. Così Sonny Richichi presidente di Ihp-Italian Horse Protection, commenta la decisione da parte dell’ente Parco dell’Arcipelago Toscano, in base al progetto ‘Life LetsGo Giglio’, di dare il via all’abbattimento dei circa 30 mufloni non autoctoni presenti sull’isola del Giglio. “Qualunque sia la motivazione alla base di questa decisione – aggiunge Richicchi – non giustifica misure di questo genere, quando al loro posto potrebbero essere prese decisioni diverse che vanno nella direzione della tutela della biodiversità in maniera seria e non ipocrita, usando da un lato la parola ‘tutela’ dall’altro ‘abbattimento’. Ci aspetteremmo da una regione come la Toscana all’avanguardia nella gestione della biodiversità atteggiamenti diversi”. Per salvare i mufloni è nato anche il sito SaveGiglio.org, che raccoglie firme contro il progetto.

Isola del Giglio
Il promontorio del Franco dell’Isola del Giglio al tramonto, habitat dei mufloni

Cosa si legge sul sito di Lets Go Giglio

“Eradicazione del muflone”: ecco cosa si legge sul sito di Lets Go Giglio. “Eliminare l’impatto di questa specie negli habitat e nell’intero ecosistema dell’isola e prevenire un aumento dell’impatto stesso dovuto a il graduale aumento della popolazione. Il nucleo è costituito da qualche decina di esemplari alcuni dei quali saranno catturati, contrassegnati con radiocollari e successivamente rilasciati per facilitare l’individuazione degli altri animali; l’attività è complessa soprattutto alla fine quando si tratterà di individuare e prelevare gli ultimi esemplari rimasti.

Il sindaco

“Si tratta – spiega a LaPresse il sindaco dell’isola, Sergio Ortelli – di una storia che ha origine diversi anni fa. I mufloni, che non sono una specie autoctona sull’isola, furono portati qua attorno agli anni ’60 da un farmacista di Pisa che li allevava, per poi venderli, in un podere privato. Dieci anni fa, a seguito dell’abbandono di questo podere, i mufloni, forzando le staccionate sono scappati. Sono animali che fanno danni, grosso modo come i cinghiali, soprattutto alle coltivazioni. Da qui il progetto che parte oggi, che prevede, tra l’altro, non solo l’abbattimento dei mufloni, ma anche l’eradicazione delle piante non autoctone presenti sull’isola“. Poi ha aggiunto: “Si tratta di un progetto approvato dalla comunità europea, non certo di una mia idea. È un’operazione sostenuta dall’Europa che tende a eradicare piante e animali che modificano la biodiversità. I mufloni, in particolare, che non sono certo specie autoctone dell’isola, fanno danni enormi all’agricoltura”. 

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