Presidente Anie Federazione: "Tempistiche disomogenee tra il ministero della Cultura e quello dell'Ambiente"

Sono troppo lente le procedure per l’autorizzazione degli impianti di rinnovabili, tanto che le procedure di Via (Valutazione di impatto ambientale) concluse sono il 5,2% nei primi sei mesi dell’anno. E’ il quadro disegnato dall’Osservatorio Via di Anie rinnovabili, che ha elaborato i dati del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica sulla base delle procedure depositate, quelle analizzate, e quelle concluse al 30 giugno di quest’anno.

Secondo il presidente di Anie Federazione (aderente a Confindustria) Filippo Girardi ci sono “tempistiche disomogenee tra il ministero della Cultura e quello dell’Ambiente. Il governo continui a potenziare la struttura della commissione tecnica Pniec-Pnrr e del ministero della Cultura”. Nei primi sei mesi dell’anno, quindi al 30 giugno – viene spiegato – “le procedure depositate” sono pari a 1.372, e valgono “68.220 Megawatt (MW)”, in aumento del 142% rispetto al 2022 (l’anno prima l’aumento era stato del 137%). Le migliori regioni sono Puglia, Sicilia, e Sardegna per potenza Fer (Fonti energia rinnovabili) e per sistemi di accumulo. Dall’analisi della potenza degli impianti si evince che il “46,5% è di agrivoltaico, il 32% di eolico onshore; 14,6% di fotovoltaico, il 3,8% di eolico offshore, il 3% di idroelettrico da pompaggio”.

La crescita nelle procedure analizzate dei sistemi di accumulo (SdA) abbinati a impianti Fer è “pari al 247% nel 2023 rispetto al 2022; mentre nel 2022 la crescita è stata solo del 6,4% rispetto al 2021. Risulta però concluso solo il 5,2% delle procedure depositate”. Tra quest’ultime il “21,5% risulta concluso positivamente, l’8,2% risulta concluso negativamente, mentre per il 70,3% non viene specificato se l’esito sia positivo o negativo”. Dei 68.220 MW relativi alle procedure analizzate, “ben 64.668 MW risultano ancora in corso”. Tra le procedure ‘aperte’, la maggior parte risulta in istruttoria tecnica per 47.560 MW, mentre sono in verifica amministrativa 6.842 MW.

Ci si sofferma poi sulle “tempistiche di valutazione del ministero della Cultura” che “sono maggiori rispetto a quelle del ministero dell’Ambiente: per 4.011 MW è stato emesso il parere Ctvia (Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale); si è in attesa del parere del ministero della Cultura. Poi, spesso i pareri sono in contrasto. Perciò si pone la responsabilità in capo alla presidenza del Consiglio dei ministri: in stand-by sul tavolo di Palazzo Chigi ci sono “ben 1.995 MW in attesa di parere”.

A trainare le procedure depositate sono “principalmente la Puglia, la Sicilia e la Sardegna, sia in termini di potenza Fer che in termini di potenza dei sistemi di accumulo”. In particolare, la potenza Fer relativa alla Puglia incide per il 33% sul totale delle procedure depositate, mentre quella relativa alla Sardegna è pari al 20,1%, quella della Sicilia è del 20,5%. La potenza SdA della Puglia ha un’incidenza sul totale delle procedure depositate pari al 40%, quella della Sardegna è al 27%, quella della Sicilia è al 12,4%.

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