Tornano le manifestazioni contro il cambiamento climatico

In occasione del Global Strike for Climate, la Rete della Conoscenza, l’Unione degli Studenti e Link-Coordinamento universitario sono in oltre 40 piazze a manifestare per un mondo più giusto. Da Roma a Milano passando per Napoli, da Trieste a Bologna, passando per Torino, Firenze, Genova, Perugia, fino ad arrivare a Cagliari, Pescara, Bari e Potenza, studenti e studentesse, giovani ragazzi e ragazze si sono mobilitati in tutto il paese per mettere al centro le priorità delle nuove generazioni: diritto al futuro, decisionalità, partecipazione, giustizia sociale.
A due giorni dalle elezioni politiche nazionali, la mobilitazione per il clima chiamata dal movimento Fridays For Future vuole fare da megafono ad istanze che non vengono prese in considerazione dal dibattito pubblico.

“Gli studenti e le studentesse si mobilitano ormai da anni per stimolare le istituzioni a riconoscere che la crisi climatica non è un evento casuale: è frutto di un sistema produttivo ed economico sfruttatore che fa profitto sul pianeta e sulla vita delle persone. Lo scorso 16 Settembre, a Noventa in provincia di Venezia, è morto l’ennesimo studente durante un percorso di formazione-lavoro, che ormai da anni denunciamo come un modello precario ed utile solo alle aziende, le stesse magari che contribuiscono alla crisi climatica-dichiara Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale Unione degli Studenti- Crediamo sia tutto connesso, è che solo invertendo la rotta si possa cambiare davvero il sistema: comunità energetica,edilizia sostenibile, educazione ambientale,efficientamento energetico e riforma dell’Istruzione. Queste alcune priorità che abbiamo portato in piazza, facendo anche azioni in ricordo di Giuliano. Per ogni vittima, contro un sistema colpevole”.

 

 

“Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad una campagna elettorale vuota- dichiara Virginia Mancarella, Coordinatrice nazionale Link-Coordinamento Universitario- con proposte spot che non sono andate al cuore delle questioni. Parlano tutti di sostenibilità ma nessuno che menzioni investimenti nella ricerca e nell’università. Come crediamo di poter affrontare la riconversione ecologica, la crisi energetica, parlando dell’energia nucleare invece di investire nel rinnovabile e nel trasporto pubblico gratuito? Ormai le università son sempre di più asservite alle logiche del mercato e finanziate sopratutto da privati con chiari interessi economici, quando le comunità accademiche dovrebbero essere il primo motore di uno sviluppo alternativo e di messa in critica della società.”

“La politica nel nostro paese non ha chiara le priorità della nostra generazione, queste elezioni nazionali lo hanno dimostrato. Durante tutta la campagna elettorale abbiamo sentito parlare di giovani e di ambiente, ma mai interrogando davvero le priorità che le nuove generazioni hanno messo al centro del dibattito-dichiara Manuel Masucci, Coordinatore nazionale Rete della Conoscenza- Negli ultimi mesi abbiamo assistito al disastro della Marmolada, alle alluvioni nelle Marche, alla siccità, alla crisi energetica conseguente alla guerra Russo-Ucraina con il caro bollette che mette in ginocchio moltissime famiglie, alla morte di ben 3 ragazzi durante stage “formativi” per mancanza di tutele e sicurezza: soltanto questi eventi dovrebbero essere un campanello d’allarme per la politica, che invece preferisce fare meme e profili tik tok. Il disarmo e il contrasto alle guerre, la riconversione produttiva di ogni azienda del paese, la patrimoniale ai milionari per finanziare il reddito giovanile,il trasporto pubblico gratuito e il consumo di suolo zero, la battaglia alle discriminazioni di ogni tipo. Questi sono solo alcuni punti di partenza per restituire davvero a noi giovani un futuro concreto fuori dalle crisi: lo abbiamo detto chiaramente nelle piazze, rimandando alla data del 18 Novembre per una grande giornata di mobilitazione giovanile in tutto il paese. Ora, decidiamo noi!”

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