Il leghista sottosegretario alla Giustizia nella bufera. Anm: "Parole inaccettabili". Legnini: "Bonafede prenda posizione sulla vicenda"

"Mi auguro che la magistratura  possa liberarsi delle correnti", "soprattutto quelle di sinistra". Hanno scatenato un polverone le parole paronunciate dal sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone, nel corso dell'incontro con i magistrati ordinari in tirocinio organizzato dalla Sesta Commissione del Csm e dalla Scuola superiore della Magistratura.

Il sottosegretario leghista ha poi cercato di correre ai ripari, scusandosi per l'uscita "infelice": "In magistratura non ci sono correnti migliori di altre. E le mie parole pronunciate questa mattina al Csm sono una opinione personale che non rappresenta la posizione del ministro. In questo senso ho avuto un'uscita irruente e infelice rispetto al contesto e alla rappresentanza. Rivendico comunque la posizione politica, la Lega ha sempre criticato le correnti in magistratura perché portano alle storture che sono emerse e a più riprese denunciate in diversi anni. Non era mia intenzione costituirmi al ministro di cui stimo e rispetto la posizione. Così come rispetto la stragrande maggioranza della magistratura che porta avanti la propria missione con abnegazione e imparzialità".

Ma la giustificazione non è bastata a placare gli animi. Per l'Associazione nazionale magistrati, "si tratta di dichiarazioni gravi e inaccettabili sia perché rese in una sede istituzionale e in un contesto di formazione di giovani magistrati, la cui reazione è stata di sconcerto, sia perché provenienti da un rappresentante del Governo invitato all'incontro nella sua veste istituzionale".

Dello stesso avviso il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini. "Le parole del sottosegretario della Lega Jacopo Morrone non possono essere né condivise né accettate. La libertà di associazione è riconosciuta  dalla Costituzione a tutti i cittadini e ovviamente anche ai magistrati. L'associazionismo costituisce linfa vitale e il pluralismo associativo un valore  prezioso per la magistratura e per il suo organo di governo autonomo".

"Altro – ha precisato Legnini – è la deriva correntizia, che abbiamo tentato di contrastare e che io stesso ho più volte avuto modo di criticare". "La critica alle correnti, però, non può mai spingersi fino a negare il valore dell'associazionismo, e tantomeno può essere indirizzata verso questa o quella corrente. Altrettanto inoppurtuna è la sede e la platea di giovanissimi magistrati in cui i si è scelto di formulare simili esternazioni, tanto più perché a ridosso della consultazione elettorale per il rinnovo del Csm". "Ho già informato il ministro della Giustizia con una nota sollecitandolo a prendere posizione su quanto accaduto", conclude.

E Bonafede ha risposto, prendendo le difese del sottosegretario: "Prendo atto che Morrone ha già chiarito che quello di stamattina era un giudizio politico espresso in un luogo in cui non dovrebbero entrare le opinioni personali. Come già detto in altre occasioni, ritengo l'associazionismo dei magistrati una buona cosa, se non porta alle storture del correntismo. Tutti gli operatori del mondo della Giustizia hanno ormai ben compreso l'imparzialità del mio operato e del governo, nell'ambito dei principi costituzionali, ma, soprattutto, l'inequivocabile apertura al dialogo nei confronti di tutti. Quanto avvenuto stamattina non deve compromettere il dialogo che il Ministero ha già avviato e che abbiamo tutta l'intenzione di portare avanti con determinazione". 

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