Il candidato premier del Movimento 5 Stelle commenta la notizia secondo cui De Benedetti avrebbe approfittato di una soffiata di Renzi per investire in Borsa

"L'intercettazione tra Carlo De Benedetti e il suo intermediario finanziario è il capolinea di Matteo Renzi e del Pd. Siamo di fronte al collasso di un sistema di potere familistico e amorale, costruito su scambi di favori, informazioni privilegiate e speculazione finanziaria". Lo scrive il candidato premier M5s Luigi Di Maio sul blog di Beppe Grillo, commentando la notizia secondo cui l’ingegnere avrebbe approfittato di una soffiata dell’allora premier per investire in Borsa.

Secondo le notizie di alcuni organi di stampa, Matteo Renzi avrebbe detto a Carlo De Benedetti che il governo avrebbe varato la riforma delle Popolari. Ma quando il conduttore di Circo Massimo su Radio Capital, Massimo Giannini, chiede delucidazioni al segretario Pd, lui risponde: "È il suo editore, non vedo perché rivolge a me questa domanda, chieda a lui". La procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla presunta fuga di notizie che ha portato alla pubblicazione di alcuni documenti depositati in Commissione Banche: sui quotidiani è stata trascritta una telefonata, risalente al 16 gennaio 2015, nella quale l'imprenditore Carlo De Benedetti parlava della riforma delle Banche Popolari con il suo broker, Gianluca Bolengo, della società Intermonte Sim spa che si occupa dei suoi investimenti, affermando di aver parlato con l'allora premier Matteo Renzi ('Mi ha detto che il decreto passa'). Il reato ipotizzato dalla procura di Roma, a carico di ignoti, è la rivelazione del segreto d'ufficio. Sulla vicenda la procura di Roma aprì un'indagine, nell'ambito della quale vennero sentiti nel 2015 Renzi e De Benedetti, che si concluse con una richiesta di archiviazione sulla quale il gip non ha ancora espresso una decisione. "Non vi è stato alcun abuso di informazione privilegiata", ha fatto sapere un portavoce di De Benedetti.

"Mentre decine di migliaia di piccoli azionisti e risparmiatori – ha commentato Luigi Di Maio – perdevano i risparmi di una vita nel crollo delle quattro banche popolari, De Benedetti, tessera numero 1 del Pd, investiva 5 milioni di euro nelle azioni delle popolari per ricavarne pochi giorni dopo un guadagno di 600 mila euro perché il Presidente del Consiglio gli aveva appena spifferato notizie riservate sull'approvazione del decreto Salva-Popolari." "Ma cosa gli ha detto esattamente? Noi #VogliamoSapere – continua il candidato premier – Il 15 gennaio 2015 si svolgeva l'incontro tra Renzi-De Benedetti, il 16 mattina la telefonata con cui De Benedetti incaricava il suo broker dell'investimento, il 16 sera l'annuncio pubblico, il 20 l'approvazione del decreto che spingeva in alto le azioni delle popolari consentendo all'imprenditore una plusvalenza privilegiata".
 

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