Le accuse vanno dalla corruzione alla turbativa d'asta, fino all'associazione mafiosa

Sono 515 gli anni di carcere complessivi chiesti dai pm di Mafia Capitale per i 46 imputati del processo in corso nell'aula bunker di Rebibbia. Le accuse vanno, a seconda delle posizioni, dalla corruzione, alla turbativa d'asta, l'usura, fino all'associazione mafiosa. Il gruppo, secondo la procura di Roma, avrebbe condizionato per anni, con tangenti e minacce la gestione di appalti e risorse della pubblica amministrazione.

"La fama criminale determina paura, assoggettamento e omertà, che sono le caratteristiche di un'organizzazione mafiosa", sostiene l'accusa, secondo cui era questo aiuto che l'imprenditore Salvatore Buzzi si assicurava pagando il 50 per cento degli utili a Massimo Carminati: secondo i pm l'imprenditore aveva scelto il 'cecato' per il timore che incuteva il suo nome, per i suoi contatti con la destra romana, e soprattutto per avere un socio sempre pronto al 'lavoro sporco' fatto di minacce, e violenza contro chi non stava ai patti dettati dall'associazione.

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