L'assessore al bilancio Gianni Lemmetti è stato raggiunto da un avviso di garanzia

Nuovo grattacapo per i 5 Stelle, ancora scossi dalla morte di Gianroberto Casaleggio e in fase di riorganizzazione. Da Livorno, città guidata dal sindaco pentastellato Filippo Nogarin, arriva la notizia che l'assessore al bilancio, Gianni Lemmetti, è indagato. Interpellato, l'assessore ha precisato di non avere intenzione di dimettersi.

La raccomandata del suo avviso di garanzia è stata ritirata ieri. E già stamattina è cominciato il fuoco di critiche, con il Pd in prima fila. "A Livorno M5S fa finta di niente mentre piovono avvisi di garanzia", ha twittato il senatore Pd Franco Mirabelli.

Nel corso della mattinata il deputato M5S Danilo Toninelli si è espresso sulla questione, dopo i silenzi ostinati di ieri quando senatori e deputati si sono dati appuntamento alla Camera per la prima assemblea generale dopo la morte dell'ideologo. "Chi è indagato non deve per forza essere espulso", ha sottolineato Toninelli, rispondendo alle domande di RaiNews24. "Noi valutiamo volta per volta cosa sta dietro alle indagini" e, se nel caso di Livorno "potremo valutare qualcosa di doloso, che non andava bene, non aspetteremo un giudizio di primo grado", ha scandito il deputato. Il quale, però, ha anche sottolineato che a Livorno ci sono "indagini che partono molto prima dell'amministrazione 5Stelle" nel comune toscano. "Oggi ascoltiamo il nostro sindaco Nogarin e l'assessore", ha spiegato il deputato quindi si deciderà cosa fare.

Al centro dell'inchiesta della guardia di finanza c'è la gestione dell'Aaamps, l'azienda dei rifiuti controllata dal comune di Livorno che, a causa dei debiti, è in attesa del concordato preventivo dopo il via libera del tribunale. Nello specifico, da quello che scrive la stampa locale, si ipotizzano presunto falso in bilancio e bancarotta fraudolenta in relazione all'approvazione del bilancio 2014 con riferimento all'assunzione dei 33 precari di Aamps, avvenuta il 25 gennaio scorso, e infine abuso di ufficio in concorso, in relazione alla revoca del consiglio di amministrazione della società dei rifiuti del 7 gennaio 2016.

A far tacere le polemiche alzate dal fronte Dem non bastano le parole del sindaco Nogarin, che su Facebook scrive: "Siamo stati noi i primi a voler fare chiarezza sulla gestione di Aamps". E si dice "certo che la magistratura accerterà la correttezza dell'operato dell'assessore e in generale di tutta la Giunta sull'intera vicenda". Nogarin sostiene di aver "fatto quanto in nostro potere" per rimettere in piedi Aamps, fino a il concordato "perché era l'unica strada percorribile". Il primo cittadino di Livorno difende anche la scelta di assumere 33 dipendenti: "abbiamo voluto tutelare 33 precari storici dell'azienda, stabilizzandoli", spiega.

Non è sufficiente. Il tiro al bersaglio era cominciato già lunedì sera, quando si diffonde la notizia. Tra i primi a twittare è il senatore Pd Stefano Esposito, già commissario Dem di Ostia. "Di Maio batti un colpo", è l'appello lanciato nei 140 caratteri. Andrea Romano segue a ruota. In un solo tweet ironizza su uno scambio di cinguettiii con l'assessore Lemmetti, si dice garantista a nome del Pd e chiede spiegazioni. Il resto, a cascata.

David Ermini, Alessia Rotta, Silvia Velo, Emanuele Fiano. Tutti contro il silenzio del direttivo. "Onestà o omertà?" è il leit motiv nella segreteria del Pd. Il direttorio intanto tace e si espone soltanto per annunciare di aver depositato in Cassazione le firme per il referendum contro la riforma costituzionale.

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