Dal 2021 i Paesi dell’Unione Europea dovranno scegliere se adottare quella solare o legale: non ci saranno più cambi di orario durante l'anno. Il risultato del Fact Checking dela Master di Giornalismo di Torino e LaPresse

Niente più cambio dell’ora. Dal 2021 i Paesi dell’Ue dovranno scegliere se adottare quella solare o legale. L’ha deciso il Parlamento europeo, approvando, con 410 voti a favore e 192 contrari, una direttiva sulla soppressione dei cambi stagionali delle lancette. Un cambio epocale ma non strettamente legato al risparmio energetico o ad altro tipo di vantaggio economico.

Rispetto ai costi e ai benefici che deriverebbero dalla scelta, non è possibile effettuare una valutazione univoca perché i dati citati dalla Commissione europea nella direttiva risultano quantitativamente insufficienti. La dichiarazione risulta pertanto scorretta. 

I settori presi in considerazione sono salute, agricoltura, trasporti ed energia.

Rispetto agli effetti sulla salute, si registrano dati contrastanti: ci sono studi che dimostrano la presenza di effetti positivi associati a maggiori attività ricreative all'aperto, dall’altro relazioni che mostrano implicazioni negative a livello del bioritmo.

Per quanto riguarda il settore dei trasporti e delle comunicazioni, gli studi concordano nell’affermare che modifiche dell’ora non coordinate tra Stati membri nuocerebbero “al mercato interno a causa di costi più elevati” e porterebbe “disagi e potenziali perturbazioni”.

In campo energetico, poi, secondo le stime effettuate dalle agenzie europee, il passaggio all’ora legale porta a un risparmio, anche se contenuto. In Italia la società Terna ha reso noto che nel 2016 il risparmio derivante dall’adozione dell’ora legale corrisponde allo 0,2% circa del consumo annuo, pari a 94,5 milioni di euro. Nell’ultima nota pubblicata dalla stessa azienda il 29 marzo 2019, la stima definitiva del passaggio a una perenne ora legale comporterebbe per l’Italia un “beneficio elettrico complessivo annuo di circa 800 milioni di kilowattora. Il risparmio economico annuo complessivo ammonterebbe invece a 160 milioni di euro”.

Perfino il bioritmo animale subirebbe ripercussioni legate al cambio dell’ora, ma sarebbero limitate grazie alle nuove tecnologie, come si legge nella direttiva.

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