Numeri rivelati da uno studio statistico dell'episcopato della Polonia

Quasi quattrocento sacerdoti e religiosi polacchi sono stati dichiarati colpevoli di abusi sessuali su minori dal 1990. Lo ha dichiarato l'episcopato polacco, pubblicando uno studio statistico.

I religiosi coinvolti, precisamente, sono 382, 198 dei quali hanno abusato di minori di 15 anni e 184 di adolescenti di età compresa tra i 15 e i 18 anni, ha rivelato padre Wojciech Sadlon, direttore dell'Istituto di statistica della Chiesa polacca. Il numero delle vittime è di 345 per i minori di 15 anni e di 280 per i minori di questa età, per un totale di 625 persone.

"Sappiamo che questa è ancora solo la punta dell'iceberg", ha detto il gesuita Adam Zak, coordinatore per la protezione dell'infanzia e gioventù nell'episcopato. Le cifre provengono da risposte a un questionario inviato dall'Istituto di statistica a tutte le diocesi e gli ordini religiosi polacchi e riguardano il periodo dal primo gennaio 1990 al 30 giugno 2018. Gli archivi relativi al periodo precedente al 1990 – in altre parole all'era comunista – sono vuoti o incompleti, ha spiegato padre Zak.

Diversi arcivescovi presenti alla conferenza stampa hanno sottolineato che la pedofilia non ha riguardato solo la Chiesa cattolica, ma si è diffusa in tutta la società e che la maggior parte degli abusi è stata commessa nelle case. "Ma anche se ci fosse stata solo una vittima (di un ecclesiastico) potremmo provate soltanto  dolore e vergogna", ha aggiunto il primate della Polonia, il vescovo Wojciech Polak.

La Chiesa deve stigmatizzare il male, ma deve anche "mostrare misericordia con i colpevoli, se cercano una conversione interiore, se esprimono rimpianto", ha detto l'arcivescovo di Cracovia Marek Jedraszewski.

Il mese scorso, un'associazione di vittime polacca ha consegnato a Papa Francesco a Roma un rapporto sulla pedofilia nel clero con un elenco di 24 vescovi polacchi accusati di aver coperto casi di abusi sessuali.

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