Il Pontefice ha lasciato la Mongolia, meta del 43° viaggio apostolico internazionale
Papa Francesco ha lasciato la Mongolia, meta del 43° viaggio apostolico internazionale che lo ha visto pellegrino nella capitale Ulaanbaatar presso la piccola Chiesa della nazione centroasiatica. L’A330 Ita Airways, con a bordo il Pontefice, è partito alle ore 12.03 (ore 06.03 in Italia) dall’aeroporto internazionale Chinggis Khan di Ulaanbaatar. Dopo nove ore e mezza di volo circa, il velivolo atterrerà nell’aeroporto Leonardo da Vinci di Roma-Fiumicino intorno alle 17. Subito dopo il decollo, come riporta Vatican News, il Papa ha fatto pervenire al presidente della Mongolia, Khürel Sükh Ukhnaa, un telegramma in cui, a conclusione, esprime “ancora una volta, il senso di gratitudine” alle autorità e al popolo mongolo “per la calorosa accoglienza e la generosa ospitalità riservatami in questi giorni”. Francesco porge quindi il suo saluto assicurando le sue “continue preghiere per la pace, l’unità e la prosperità della nazione” e invocando “cordialmente su tutti voi abbondanti benedizioni divine”.
“L’altruismo costruisce armonia e dove c’è armonia c’è intesa, prosperità, bellezza. Anzi, armonia è forse il sinonimo più appropriato di bellezza. Al contrario, la chiusura, l’imposizione unilaterale, il fondamentalismo e la forzatura ideologica rovinano la fraternità, alimentano tensioni e compromettono la pace” ha detto il Santo Padre nel corso dell’incontro Ecumenico e Interreligioso allo Hun Theatre, in Mongolia.”Le religioni sono chiamate a offrire al mondo questa armonia, che il progresso tecnico da solo non può dare, perché, mirando alla dimensione terrena, orizzontale dell’uomo, rischia di dimenticare il cielo per il quale siamo fatti – ha affermato – Fratelli e sorelle, oggi siamo qui insieme come umili eredi di antiche scuole di sapienza. Incontrandoci, ci impegniamo a condividere il tanto bene che abbiamo ricevuto, per arricchire un’umanità che nel suo cammino è spesso disorientata da miopi ricerche di profitto e benessere”.
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