In udienza anche Michela Murgia, Ligabue, Cristicchi e Manuel Agnelli 

Papa Francesco ha ricevuto in udienza gli artisti partecipanti all’incontro promosso in occasione del 50° anniversario dell’inaugurazione della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani. “Vorrei chiedervi di non dimenticarvi dei poveri, che sono i preferiti di Cristo, in tutti i modi in cui si è poveri oggi. Anche i poveri hanno bisogno dell’arte e della bellezza”, ha detto il Pontefice che ha poi continuato: “Alcuni sperimentano forme durissime di privazione della vita; per questo, ne hanno più bisogno. Di solito non hanno voce per farsi sentire. Voi potete farvi interpreti del loro grido silenzioso”.  

Artisti come profeti, in grado di introdurre novità in storia

“Voi artisti, allora, avete la capacità di sognare nuove versioni del mondo, d’introdurre novità nella storia. Per questo Guardini dice che assomigliate anche ai veggenti. Siete un po’ come i profeti”, ha spiegato Francesco che ha poi aggiunto: “Sapete guardare le cose sia in profondità sia in lontananza, come sentinelle che stringono gli occhi per scrutare l’orizzonte e scandagliare la realtà al di là delle apparenze. In ciò siete chiamati a sottrarvi al potere suggestionante di quella presunta bellezza artificiale e superficiale oggi diffusa e spesso complice dei meccanismi economici che generano disuguaglianze. È una bellezza finta, cosmetica, un maquillage che nasconde invece di rivelare. In italiano si dice ‘trucco’ perché ha qualcosa dell’inganno”, ha continuato il Papa rivolgendosi ai circa 200 tra pittori, scultori, architetti, scrittori, poeti, musicisti, registi e attori presenti.

“Voi vi tenete distanti da questa bellezza, la vostra arte vuole agire come coscienza critica della società, togliendo il velo all’ovvietà. Volete mostrare quello che fa pensare, che rende vigili, che svela la realtà anche nelle sue contraddizioni, nei suoi aspetti che è più comodo o conveniente tenere nascosti”, ha proseguito il Santo Padre.

Portate alla luce l’inedito

 

“Quando il talento vi assiste, portate alla luce l’inedito, arricchite il mondo di una realtà nuova”, ha continuato il Papa secondo cui “la creatività dell’artista sembra così partecipare della passione generativa di Dio. Siete alleati del sogno di Dio. Siete occhi che guardano e che sognano. Non basta soltanto guardare, bisogna anche sognare. Noi esseri umani aneliamo a un mondo nuovo che non vedremo appieno con i nostri occhi, eppure lo desideriamo, lo cerchiamo, lo sogniamo. Come diceva uno scrittore latino-americano, abbiamo un occhio di carne e l’altro di vetro: con quello di carne guardiamo ciò che vediamo, con quello di vetro guardiamo ciò che sogniamo”, ha concluso il Papa.

In udienza anche Michela Murgia, Ligabue, Cristicchi e Manuel Agnelli 

Tra i molti che hanno salutato e stretto la mano al Pontefice la scrittrice Michela Murgia, che ha portato in regalo la rivista ‘Vanity Fair’. Alle pagine del giornale la scrittrice aveva confessato di avere un tumore al quarto stadio che potrebbe lasciarle pochi mesi di vita. Oltre a Murgia in occasione dell’incontro promosso in occasione del 50° anniversario dell’inaugurazione della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani molti artisti pittori, scultori, architetti, scrittori, poeti, musicisti, registi e attori.

Tra i tanti Luciano Ligabue, Alessandro Baricco, Nicolò Ammaniti, Marco Bellocchio, Simone Cristicchi, Ludovico Einaudi, Mogol, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Manuel Agnelli, Enrico Ruggeri, Alice Rohrwacher

“Il Papa ha fatto un bellissimo discorso, è stato veramente emozionante stare a contatto con lui e sentire le sue parole. Il Papa deve essere un ponte tra quassù e laggiù e io in lui vedo un grande rappresentante, mi sono davvero emozionato”, ha detto Ligabue secondo cui quello di farsi grido dei poveri “è uno dei valori cristiani in cui credo di più e che lui rappresenta molto bene. Non vedevo l’ora di stringergli la mano”

“È stata una esperienza “formativa, molto strano, non mi sarei mai aspettato né un invito di questo genere però devo dire che alla fine il discorso che ha fatto il Papa, al di là dei contenuti spirituali, è stato anche un discorso politico molto forte perché legittimare la figura delle persone di cultura, degli artisti in un momento in cui in tutto il mondo la cultura viene messa in un angolo dai governi e dalle istituzioni, mi è sembrato un messaggio molto forte e necessario”, ha invece detto Agnelli

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